Spedizione punitiva al Campus: branco di studenti verso il processo

Migration

di Elisabetta Rossi

Verso il processo. La procura per i minorenni di Ancona non ha cambiato di una virgola il quadro accusatorio sull’aggressione al Campus del febbraio 2019, quando un branco di ragazzini ha accerchiato e picchiato tre coetanei all’uscita da scuola. Dodici erano i giovanissimi iscritti nel registro degli indagati e dodici sono rimasti anche ora che il caso è di fatto chiuso. La procura ha infatti appena inviato l’avviso di conclusione delle indagini. Lesioni aggravate e percosse le accuse contestate ai minorenni, tutti nati tra il 2002 e il 2004. E tutti residenti in provincia di Pesaro e Urbino. A loro, gli inquirenti sono arrivati dopo mesi di indagini, passando al vaglio il racconto dei testimoni e le immagini delle telecamere puntate sulla zona. Parole e immagini che ripercorrono quegli interminabili minuti di violenza, quando alle 14 circa, poco dopo il suono della campanella per la fine delle lezioni, il branco si scaglia a suon di calci e pugni contro tre coetanei provocando loro ferite e contusioni sul volto, naso, testa giudicate guaribili i 3 giorni. A mettere fine alla scazzottata è stato l’intervento di alcuni professori. Al loro arrivo, il gruppo si è dato alla fuga, lasciando in terra i feriti. Dalle prime indagini, emerge che una ragazza sarebbe stata la molla della spedizione punitiva. Scattano la denuncia, le indagini e il cerchio si stringe su quei dodici. Che ora (assistiti da uno stuolo di legali, tra i cui gli avvocati Matteo Mattioli, Lorenzo Ruggeri, Chiara Cecchini, Alice Terenzi) proveranno l’ultima carta per tentare di dimostrare la propria innocenza chiedendo di essere interrogati o fornendo altre prove a loro favore prima che la procura formuli la richiesta di rinvio a giudizio.