Tamponi salivari nelle Marche, Biancari: "Non validi per il green pass"

Andrea Biancani attacca la Regione per l’acquisto di 500mila ’lecca-lecca’ "Non sono validati, non servono per il Green pass né per il tracciamento"

Migration

"La Regione ha acquistato 500mila tamponi salivari. Per farci cosa, non si sa. Soldi buttati". Lo dice il consigliere regionale d’opposizione Andrea Biancani. Che attacca: "I salivari sono una specie di lecca-lecca per controllare gli studenti ogni quindici giorni. Ma non servono a niente perché il Ministero non ha riconosciuto la loro validità per verificare un eventuale contagio da covid. Questo significa che non servono nemmeno per il tracciamento né per rilasciare il green pass in modo da consentire ad un giovane, che si è sottoposto al controllo, di entrare in palestra o in piscina. E’ inutile. Il green pass per i non vaccinati viene rilasciato solo con i tamponi rapidi e con i molecolari oppure ovviamente con la vaccinazione, dopo quindici giorni dalla prima dose".

"Invece la regione Marche – dice Biancani – si è inventata una strada sperimentale, perché è solo sperimentale, acquistando un prodotto che non è stato riconosciuto dalle autorità sanitarie e non serve a nessuno. Ora hanno coinvolto la conferenza Stato-Regioni per sollecitare la approvazione ma non può essere una pressione politica a far approvare o meno un tipo di tampone". Biancani ricorda che la vicenda dei tamponi salivari l’aveva già sollevata un mese fa con una mozione con cui sollecitava la giunta a prendere un’altra strada: "Avevo chiesto di ridurre i costi dei test rapidi, agevolando il tracciamento del virus e il rilascio del green pass temporaneo, per non penalizzare ulteriormente le attività economiche e gli eventi, in attesa di completare l’immunizzazione. Invece si sono gettati nella sperimentazione del lecca-lecca che non porta da nessuna parte. Dobbiamo solo sperare che venga riconosciuto ma intanto si sono spesi tanti soldi per sperimentare il nulla. Per fortuna il governo ha calmierato i prezzi abbassandoli soprattutto per le fasce più giovani, con un costo in farmacia di 8 euro per i minorenni tra 12 e 18 anni, 15 euro per gli over 18. Ma per una famiglia media resta una spesa insostenibile, che in questa prima fase rischia di creare disuguaglianze e di penalizzare ancora di più le attività e le iniziative. Avevo proposto di stanziare risorse e di favorire convenzioni per lo svolgimento dei tamponi rapidi, per ridurre costi e disagi e consentire la ripresa di attività ed eventi culturali, sportivi e ricreativi, come mostre, cinema, teatri, spettacoli, ma anche competizioni sportive, palestre, piscine, sagre, fiere e ristorazione al chiuso".

Dice ora Biancani: "La Regione, dopo aver detto no alla richiesta del sindaco di Pesaro e di altri di fare tamponi rapidi nelle scuole, tanto che il Comune ha provveduto da solo, ora cambia idea ma compra i tamponi sbagliati, non validati da nessuno. Spendere soldi pubblici per le cose utili, come il rilascio del green pass, era troppo facile. Si doveva inseguire l’ignoto, il non riconosciuto, spendendo centinaia di migliaia di euro pubblici, per avere risposte del tutto inutili. Ora credo che ci sia solo un modo p per rimediare: rendere ancor più accessibile il tampone rapido che permette di ottenere il green pass e parlare con le famiglie ancora timorose per accostarsi alla vaccinazione vincendo quelle resistenze col dialogo, piazzando i camper vaccinali davanti alle scuole superiori. Ecco come aumentare il numero dei vaccinati in modo che i cittadini possano riappropriarsi dei luoghi del tempo libero e della socialità dopo un lungo periodo di restrizioni".

Ma per l’assessore Saltamartini, i dubbi sono pochi. Da mesi dice che "i tamponi salivari sono la risposta al diffondersi di eventuali focolai nelle scuole. Non sono validi per il rilascio dei green pass ma abbiamo chiesto la loro validazione. Sicuramente ci servono per consentire ai ragazzi di andare a scuola in presenza".

ro.da.