Terremoto, sveglia di paura Danni e famiglie evacuate

Due scosse dopo le 7, la gente in strada "Non finiva mai"

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di Davide Eusebi

Quattro famiglie sfollate in centro, tra le vie Branca e Varese, oltre duecento richieste di interventi arrivate ai vigili del fuoco e pesaresi nel panico. E’ stata un’alba di terrore quella vissuta ieri dalla città. Sono le 7 e 7 minuti quando i letti iniziano a scivolare paurosamente verso le finestre, gli oggetti cadono dagli scaffali, i mobili vengono trascinati al centro delle stanze, gli intonaci si staccano e la gente grida terrorizzata scappando chi sotto gli architravi della sala o del corridoio, chi precipitandosi in strada in pigiama e ciabatte. Magnitudo 5.5, con scosse a scendere, ma ugualmente violente. Non accadeva dal 1930.

In centro quattro famiglie dovranno dormire per qualche giorno fuori dalla propria abitazione dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco che hanno ritenuto le ultime due rampe di scale dell’edificio, da cui si accede ai quattro appartamenti, non fruibili e perciò hanno sollecitato le famiglie che vivono negli ultimi due piani a cercarsi un’altra sistemazione almeno per una notte in attesa di altre verifiche tecniche. Due si sono già organizzate autonomamente mentre per altre due famiglie ieri sera si stava cercando una soluzione. "A quell’ora eravamo in casa io e mia moglie – spiega Marco, uno dei condomini –. La scossa è stata molto forte. Ci siamo svegliati di soprassalto, abbiamo preso i vestiti e siamo scesi di corsa di sotto, vesto ancora il pigiama. Abbiamo avuto un grande spavento ma l’importante è che stiamo bene. Sono venuti giù un po’ di intonaci, la parte del corridoio non è più fruibile e quindi ci hanno chiesto di spostarci in altre abitazioni per questa notte, ma l’appartamento di per sé è ritenuto agibile". Il Comune si è perso a carico cinque persone.

Ferruccio Bortolan, che abita in una zona semicentrale della città, dice: "Abbiamo sentito un boato, gli oggetti sono caduti dai mobili. Ero in salotto, stavo dormendo sul divano per una operazione alla spalla. Ho gridato subito a mia moglie di metterci sotto all’architrave di una porta. Abbiamo sentito una prima scossa lunghissima, poi la seconda, poi abbiamo preso qualche pezzo di abbigliamento e siamo corsi giù. Abbiamo avuto tanto spavento, sono state scosse lunghe, ripetute con movimento ondulatorio. Il problema è rientrare, abbiamo timore di farlo: siamo al secondo piano, temiamo altre scosse". Sua moglie Paola Di Luca: "E’ stata la scossa più violenta che abbiamo mai sentito". Marco Battistoni, che abita vicino: "Mi stavo preparando per andare al lavoro, tremava tutto e cadevano oggetti sentivo il cemento scricchiolare, ho avuto tanta paura". Claudio Duchi ha appena sistemato i suoi bambini in auto con il riscaldamento acceso: "E’ stata una scossa violentissima. La prima reazione è stata quella di ripararci sotto agli architravi, poi di scendere in strada. Abbiamo tre bambini, abbiamo cercato di tranquillizzarli, quasi fosse un gioco, il gioco del pigiama".

Carla Cenci abita al secondo piano di una casa di via Lanza, è in strada infreddolita: "E’ stato violentissimo, siamo usciti subito, pensando solo a salvarci, senza nemmeno guardare ai danni e abbiamo paura anche per le prossime ore". Suo marito Guido Blasi è chiuso in auto, terrorizzato: "Ho avvertito la scossa più forte della mia vita, così solo nel 1972, mi sono svegliato di soprassalto e quando ho sentito la casa scricchiolare ho capito la gravità. Mi sono infilato le ciabatte e sono qui in pigiama, scappato di casa. Ora resto fuori per un pezzo, non mi fido". Annamaria Andreucci stringe in braccio il cagnolino della figlia, spaventatissimi entrambi: "Mi ero appena alzata, ho sentito una grande scossa, tremava tutta la casa, mi sono messa sotto la porta di ingresso e abbiamo aspettato che passasse, poi è arrivata una seconda scossa. Non facevamo in tempo a scendere le scale, abbiamo pensato all’architrave. Con mio marito ci siamo fatti coraggio. Questa è andata. Ma cosa accadrà domani?"