"Ti uccido, lo faccio anch’io". Giovane madre nel terrore

Condannato per stalking un compagno che minacciava la sua ex. Lei era andata dai suoi e si faceva accompagnare a casa e al lavoro.

"Ti uccido, lo faccio anch’io". Giovane madre nel terrore

"Ti uccido, lo faccio anch’io". Giovane madre nel terrore

Si erano messi insieme giovanissimi, lei 18 anni, lui 21, subito un figlio: ma i baci, gli abbracci e insomma quello che in una coppia si chiama amore sono durati pochissimo. Due mesi. E soprattutto, è finito tutto molto male, in tribunale: con lui condannato ieri mattina per stalking ai danni della compagna, una ragazza pesarese, a 1 anno e 8 mesi, pena non sospesa, oltre a tremila euro di risarcimenti alla parte offesa e al pagamento delle spese legali. +

Storia di amore e gelosia, questa, che sfocia molto presto nello stalking. Siamo a Pesaro, nel 2019. L’imputato – nato in Italia ma di origine nordafricana – dopo che la relazione già da tempo aveva mostrato enormi e irrimediabili crepe, viene mandato via di casa dalla compagna, pochi mesi dopo la nascita del figlio. E a fine 2019 lui inizia una intensa e sempre più pesante attività di stalking nei confronti della ex.

Le frasi che lui le dice per telefono, e che risultano negli atti processuali come segno dell’attività persecutoria, sono inequivocabili: "Sono pericoloso per tutti quanti, non prendermi per il c..." "Te la faccio pagare, lo fanno tutti e lo faccio anche io". "La finiamo qui, stasera ti uccido, tanto stare in galera otto ore o 24 non mi cambia nulla, mi hai rovinato la vita". "Te lo prometto, sfondo la porta e inizio a fare da matti dentro casa"

La ragazza è terrorizzata sempre di più. A un certo punto va a vivere dai genitori. Si rivolge alla Questura. La quale nel dicembre del 2019 convoca il giovane per un formale ammonimento da parte del questore. Negli atti del processo risulta che in una circostanza, siccome la ragazza si rifiuta di scendere sotto casa per parlare con lui, lui la minaccia chiaramente di morte, dicendole: "Ti ammazzo". Tempo dopo, quando riesce a incontrarla, la strattona e le strappa di mano il cellulare. E’ un dicembre di puro terrore, quello che trascorre la giovane nel 2019.

E non solo lei, ma anche i famigliari, con i quali lei si confida, temono per lei, tanto che viene accompagnata nel tragitto casa lavoro e viceversa, per paura che possa incontrare il suo ex.

A quel punto il giovane finisce sotto processo per atti persecutori. Ieri la sentenza. Il giudice, Andrea Piersantelli, ha dato credito alle accuse della giovane, decidendo per la condanna di lui a un anno e 8 mesi. La parte civile della ragazza era rappresentata dall’avvocato Andrea Dionigi, del foro di Pesaro.

ale.maz.