REDAZIONE PESARO

Tutti zitti, anche i dirigenti. E i tifosi vanno all’attacco

Dopo la figuraccia in campo scatta il silenzio stampa: nessuno ci mette la faccia. Gli ultras appendono uno striscione e se ne vanno molto prima della fine.

Tutti zitti, anche i dirigenti. E i tifosi vanno all’attacco

Dopo la figuraccia in campo scatta il silenzio stampa: nessuno ci mette la faccia. Gli ultras appendono uno striscione e se ne vanno molto prima della fine.

Il dopo partita è come la partita. Inesistente. Spiro Leka non rilascia dichiarazioni perché la società ha deciso per il silenzio stampa. Ma nessun altro viene a metterci la faccia per provare a spiegare questo disastro. Inaccettabile. Perché non si può star zitti dopo una debacle così. Non è rispettoso per le migliaia di tifosi che ancora seguono questa squadra, pur scalcinata com’è; almeno le scuse per aver disonorato la maglia in questa maniera bisognava porle. Si pensi che i tifosi sono arrivati a Livorno con uno striscione che già la diceva lunga sul loro stato d’animo: "Squadra e società meritatevi gli ultrà". L’hanno appeso e poi se ne sono andati, più delusi ed amareggiati di com’erano arrivati a Livorno.

Vogliamo sperare che il chiudersi a riccio dopo uno sprofondo di proporzioni così colossali significhi che si è entrati in un periodo di riflessione importante, che dovrà portare per forza a dei cambiamenti, senza i quali questa squadra è destinata a giocare i playout. Rischioso. Perché non c’è unità di squadra e trovarsi in una situazione alla quale non si era preparati, la lotta per la salvezza, è pericoloso. Due Usa che appaiono inadatti a questa categoria, dove funziona meglio l’usato sicuro come Banks, anche se ha 38 anni. Oltre che appaiono isolati dal contesto di squadra, visto che il quintetto italiano nell’ultimo quarto ha dato l’idea di trovarsi più a suo agio senza di loro.

e.f.