ALICE MURI
Cronaca

Un arsenale in Adriatico. Anpi e Legambiente: "Bonifiche al più presto"

Una lettera aperta rivolta a tutte le forze politiche e alle autorità competenti, per chiedere di "intervenire al più presto...

Il giornalista e scrittore Gianni Lannes durante l’incontro

Il giornalista e scrittore Gianni Lannes durante l’incontro

Una lettera aperta rivolta a tutte le forze politiche e alle autorità competenti, per chiedere di "intervenire al più presto con le operazioni di bonifica nell’Adriatico, dove di fronte alle nostre coste giace un vero e proprio arsenale bombe all’iprite e all’arsenico". E’ quanto hanno inviato l’Anpi di Pesaro e Urbino e Legambiente Pesaro, per richiamare l’attenzione su un enorme problema denunciato da anni ma per cui ancora non si è fatto nulla.

"Si tratta di decine di migliaia di ordigni abbandonati dalle truppe tedesche in ritirata, nel 1944 e, inspiegabilmente mai recuperate, malgrado molteplici segnalazioni indirizzate alla politica e alle autorità competenti, tutte rimaste lettera morta", scrivono Anpi e Legambiente, che sul tema ricordano le ricerche effettuate dal giornalista d’inchiesta Gianni Lannes, presente anche venerdì sera ad un incontro che si è tenuto alla biblioteca Bobbato.

Una inchiesta che Lannes segue da anni e che ha completato con nuove ed ulteriori testimonianze e documentazioni, che in autunno presenterà ufficialmente. "Ricordiamo inoltre il libro di Gianluca De Feo ’Veleni di Stato’, l’interrogazione parlamentare presentata nel 1951 da Enzo Capalozza al ministro della Marina mercantile e la mozione n. 175 del 2016, presentata al Consiglio Regionale delle Marche (che incontrò anche un voto negativo anche da parte di chi avrebbe dovuto appoggiarla)".

"E’ più che evidente - aggiungono Anpi e Legambiente - come questa situazione rappresenti un enorme rischio per la salute del nostro mare, di coloro che da questo mare traggono la propria fonte di guadagno e dei cittadini che con esso si nutrono. Chiediamo dunque a tutte le forze politiche di inserire nei rispettivi programmi politici lo studio di tale scempio e le proposte per la sua soluzione – dicono –. E’ assolutamente necessario monitorare la situazione per verificare lo stato di conservazione degli ordigni. Riteniamo necessario superare il silenzio che ha avvolto per decenni questo importante problema, con senso di responsabilità e attraverso la collaborazione delle autorità civili, militari, politiche perché si giunga ad una non più rimandabile bonifica del nostro mare per rendere le nostre acque – concludono Anpi e Legambiente – pulite e sicure".

Alice Muri