Un Otello al femminile e moderno, svettano Buratto e Korchak, qualche defaillance dell’orchestra

di Lorenzo Bavaj

Terzo appuntamento del Rof 2022:”Otello”, dramma per musica in tre atti su libretto di Francesco Berio di Salsa. Soggetto che si ispira all’omonima tragedia di Shakespeare prendendone i personaggi principali e lo scheletro della storia andò in scena a Napoli al Real Teatro del Fondo (anzichè al San Carlo distrutto da un incendio) il 4 Dicembre 1816, subito acclamato dal pubblico che comprese immediatamente il valore della musica. Otello fu una delle opere più resistenti ai cambiamenti di stile e di gusto nel corso dell’800, definitivamente accantonata dopo il successo dell’Otello verdiano. La regia della Cucchi propone un Otello al femminile in cui Desdemona, con il suo amore nascosto a tutti per Otello (africano), le sue paure, il suo difficile rapporto con il padre, la molestie subite da Rodrigo, diventa la vera protagonista e muore accoltellata dal suo uomo come tante cronache di questo periodo ci raccontano. La forza della musica di Rossini sarebbe sufficiente a evocare questo dramma antico e moderno del femminicidio, ma la Cucchi lo vuole sottolineare con la proiezione di immagini cruente e di notevole impatto! Il primo atto si svolge in un ristorante dove si festeggia la vittoria di Otello e si delinea la trama delittuosa dell’invidioso Jago e dell’innamorato Rodrigo, innamorato della donna sbagliata, ma si sa lui è il figlio del Doge e può fare quello che vuole. Il secondo atto è ambientato in una lavanderiaguardaroba vicino al ristorante: qui si rafforza in Otello la certezza dell’infedeltà di Desdemona che confida a Rorigo di essersi sposata con Otello. Jago rincara la dose e mostra ad Otello la lettera (il fazzoletto in Shakespeare) in realtà destinata ad Otello ma data a Rodrigo. Duello fra Rodrigo ed Otello con pistole in pugno, Desdemona sviene, ma nessuno si fa male. Il terzo atto, a mio avviso il più riuscito dal punto di vista scenico, propone la sala da pranzo vuota con il tavolo sul quale incombono dall’alto i manichini (anime, spettri, visioni e tutto quello che possono suggerire); qui si compie l’atto finale preceduto dalla bellissima preghiera del salice, momento di grande emozione e commozione, cui segue l’omicidio-suicidio di Otello. Eleonora Buratto dà voce a Desdemona, ottima professionista, canta bene con un controllo della voce perfetto: si sentono i pianissimi (finalmente!), i forti e le colorature sempre con grande chiarezza. Adriana di Paola (mezzosoprano) è Emilia: canta sempre forte e non si capisce molto quello che dice. Otello è affidato ad Enea Scala: tenore siciliano dotato di buona voce, ma che nella tessitura grave e soprattutto in quella acuta cambia molto. Gli acuti sono sempre forzati e nel grave non si sente. Bravissimo Dmitry Korchak che dà voce a Rodrigo. Canta con gusto e con facilitò una parte che è veramente difficile e faticosissima. Buono la Jago di Antonino Siragusa. Completano il cast EvgenyStawinsky (Elmiro) con grandi problemi di linea vocale. Julian Gonzalez (lucio e gondoliere) e Antonio Garès (Doge). L’orchestra è quella della Rai (qualche imprecisione di troppo per un’orchestra rinomata come questa) diretta da Yves Abel, musicale e sensibile con qualche scelta dei tempi sinceramente troppo dilatati. Il coro del Ventidio Basso diretto da Giovanni Farina completa il tutto.