Il vero mistero della grotta dei “fossili”

I ritrovamenti a Urbania sono frutto di un’installazione artistica. Ma sotto... c’è ben altro

L'ingresso della grotta di Urbania

L'ingresso della grotta di Urbania

Urbania (Pesaro e Urbino), 7 marzo 2019 - «C’è un mistero nella grotta che si apre sulle mura di Urbania, ma non è quello che in un primo momento avete visto. Il mistero non sono i “fossili” ritrovati da un cittadino curioso. Quelle strutture erano frutto di una installazione artistica. Piuttosto il mistero è la funzione di quella grotta. Di questo ne siamo consapevoli da anni». A parlare così è il ricercatore storico Gianni Lucerna, per decenni impegnato nella protezione, studio e scoperta del patrimonio demoetnoantropologico. I suoi studi portati avanti spesso con il professor Giorgio Pedrocco dell’Università di Bologna, hanno consentito di censire i mulini dell’ex Ducato di Urbino (come raccontato nel Carlino di ieri in una pagina a questo dedicata) e creare strutture museali, oltre che a salvare centinaia di reperti. Dunque la “riscoperta” di presunti fossili a Urbania non solo gli suona molto familiare (l’idea di crearli fu sua), ma a conti fatti oggi si rende conto che quel che si era proposto, in qualche modo avviene: tenere alta l’attenzione su un manufatto che le amministrazioni locali non hanno mai capito a fondo.

I "fossili" scultorei della grotta di Urbania
I "fossili" scultorei della grotta di Urbania

«Nel 2006 – racconta Lucerna – una piena liberò naturalmente quell’area e allora si pensò di renderla fruibile nel contesto della vicina Casa Tintoria. Volevamo creare una “Fabbrica dell’arte” perché lì anticamente si fabbricavano colori, ceramiche, opere straordinarie. Quindi invitai tre artisti. Tra questi Nicoletta Braccioni che realizzò quelle forme ritrovate da un signore. Volevamo far capire che la grotta di cui parliamo ha qualcosa di straordinario che ci sfugge. Aveva sicuramente una funzione rituale. Le nicchie al suo interno sono dedicate a un ruolo specifico, come il foro che dall’interno sfoga al mondo esterno. La grotta è in riva al fiume, luogo di purificazione. Un mistero da risolvere c’è: cosa avveniva lì e perché si è persa la memoria? Chi conosce i beni storici e li frequenta, capisce che c’è molto da chiarire. L’installazione d’arte fatta nel 2007 si è come addormentata e oggi – riapparendo – riaccende i riflettori. Ci disorientiamo perché l’operazione fu fatta bene, un cittadino ha pensato di avere di fronte un vero reperto antichissimo. Un falso obiettivo, ora riportiamo l’attenzione sulla grotta. Studiamola. E vediamo se troviamo interesse e voglia di investire tempo, energie e finanziamenti per far vivere quell’area sulla quale esisteva anche un mulino del 1200, distrutto nel dopoguerra».

La preparazione delle installazioni d'arte del 2007 a Urbania
La preparazione delle installazioni d'arte del 2007 a Urbania

Nicoletta Braccioni, l’artista, è intrigata da quanto è avvenuto: «La mia opera si intitola Lo scorrere del tempo. Sono forme tra realtà e fantasia, tra naturale e artificiale. Esseri primordiali inghiottiti dalla natura poi straordinariamente riemersi, immobili portavoce del passato inglobati nella “pietra arenaria” erosa, modellata dal tempo e dallo scorrere delle acque. Le ho realizzate in cemento e ceramica. Ho pensato molto al senso del tempo, quando ho lasciato le opere lì: dissi che a breve sarebbero state più belle e realistiche. La natura avrebbe fatto di più. E così è avvenuto».

Una delle installazioni della Braccioni e la zona della grotta
Una delle installazioni della Braccioni e la zona della grotta

Una delle sculture della Braccioni e l'area della grotta a Urbania

 

IL COMMENTO

 

LA POTENZA DELL'ARTE

di GIOVANNI LANI

L’arte muore se passa in silenzio. L’arte vive se fa parlare di sé dopo averci raccontato qualcosa. Ogni scettico che esaminerà la vicenda del ritrovamento di Urbania, la liquiderà in due battute. Potrà annoverarla tra gli abbagli di un mondo che ha riferimenti liquidi e instabili. Per qualche minuto provate a immaginare che sia reale il contrario di quello che ritenete vero; questa vicenda potrebbe entrare in una tesi di laurea, animare il titolo di un convegno, far discutere al di là dei confini nostrani sul senso dell’arte come motore del progresso.

La Braccioni mentre preparava la scultura nel 2007
La Braccioni mentre preparava la scultura nel 2007