Vaccini covid a domicilio a Pesaro e Fano: la grande fuga dei medici di base

Quasi la metà ha detto no scaricando l’incombenza sui colleghi che hanno invece accettato. La dottoressa Chiara De Angelis: "Profondamente amareggiata"

La dottoressa Chiara De Angelis di Pesaro

La dottoressa Chiara De Angelis di Pesaro

Pesaro, 27 marzo 2021 - Lei è la dottoressa Chiara De Angelis, 36 anni, medico di base di Pesaro, con 1.100 pazienti. Ha qualcosa da dire: "Io sono molto amareggiata. Su 100 medici di base nel distretto pesarese, quasi la metà si sono rifiutati di vaccinare i loro pazienti più fragili, bisognosi, impossibilitati a muoversi da casa scaricando l’onere sugli altri che hanno detto sì, tra cui io, che si sono offerti di vaccinare perché siamo in un momento drammatico. Ma così non si fa. Noi siamo tenuti a fare il nostro lavoro in ambulatorio per curare i nostri assistiti e nello stesso momento, nei ritagli di tempo, andare a casa dei pazienti over 80 che non deambulano per vaccinarli. Ma di fronte a questo vasto rifiuto dei miei colleghi, io mi assumo la responsabilità di vaccinare solo i miei assistiti e non quelli di altri medici che hanno negato l’aiuto. I miei pazienti li conosco, quelli degli altri no. Non siamo di fronte al vaccino antinfluenzale, che lo facciamo in serie. Qui è importante conoscere l’anamnesi del paziente ed essere attenti al suo passato clinico, visto che andiamo a vaccinarlo a casa. Abbiamo a disposizione ogni volta – continua la dottoressa De Angelis – 11 vaccini, e due ore di tempo per inocularli. Ci siamo divisi il lavoro in tre. In un paio d’ore dobbiamo fare tutto, comprendendo anche il tempo di attesa per eventuali reazioni avverse. Abbiamo in lista circa 400 over 80 che attendono di essere vaccinati a casa ma i tempi di attesa per loro non saranno brevi. Sono delusa di fronte a questa situazione, significa tirarsi indietro quando invece dovevamo tutti fare un passo in avanti in difesa dei deboli e fragili".

Zona rossa a Pasqua: Toscana in zona rossa, Lazio in arancione. Rt Italia a 1,08 - Scuola aperta in zona rossa dopo Pasqua: nuovo decreto Draghi - Nuovo decreto: Draghi illustra le misure. "Sanitari no vax, interverremo"

Fuga dalle responsabilità anche a Fano, dove su circa 60 medici di base, una trentina si sono rifiutati di vaccinare a domicilio. Chi invece guida la pattuglia dei volontari è il dottor Gino Genga, 38 anni, di Fano: "Non voglio polemizzare con i colleghi che si sono rifiutati di vaccinare a domicilio gli over 80. So solo che a distanza di circa tre settimane dall’accordo tra regione e medici di base, siamo appena partiti con Moderna e Astrazeneca, ma stiamo ancora facendo dei test per ottimizzare spostamenti e tempo tenendo conto anche di chi rifiuta Astrazeneca. Viaggiamo in due o tre medici e ci dividiamo gli 11 vaccini che abbiamo con l’apertura della fiala da utilizzare in due ore. E’ una questione logistica più che clinica. Se si rompe l’auto o buco una gomma, non riesco più a garantire il giro stabilito. In quel caso, devo trovare un passaggio rapido per evitare di disperdere i vaccini, altrimenti sarei costretto ad iniettare la dose al primo passante che accetti di farlo pur di non sprecare nulla".

Aggiunge il dottor Genga: "Noi vacciniamo nel tempo che rimane dal nostro lavoro, ma siamo di fronte a 300 o 400 persone in lista per essere vaccinate a casa. Certo, prima o poi arriviamo, ma con quali tempi? Io vaccinerò prima i miei pazienti e poi tra 10 o 15 giorni prenderò in carico quelli dei colleghi. Ad aiutarci ci sono anche le guardie mediche. Alla fine noi medici di base daremo un contributo per superare l’emergenza vaccinazione ma non siamo la soluzione".

Paolo Battistini, presidente dell’Ordine dei medici, dice: "Molti si sono rifiutati di vaccinare perché non hanno lo scudo penale e altri non vogliono proprio farlo. E non possiamo obbligarli. Io stesso non vaccino perché sono in pensione e faccio libera professione. Ma di fronte a questa realtà, dovrò iscrivermi per vaccinare a domicilio. Così non va bene"