Vaiolo delle scimmie Due casi in due settimane

Sono entrambi uomini, italiani, di Pesaro. L’infettivologo Barchiesi: "Patologia rara, che non richiede necessariamente il ricovero. Ecco i segnali"

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di Benedetta Iacomucci

Un altro caso di vaiolo delle scimmie a Pesaro. Il primo era stato registrato un paio di settimane fa, il secondo è emerso ieri, dopo che dal laboratorio di Virologia di Torrette è giunto l’esito del campione inviato dall’azienda ospedaliera Marche Nord per la diagnosi. L’altro caso riguarda un anconetano, mentre il primo caso marchigiano si era registrato il 22 luglio scorso, e riguardava un 42enne residente in provincia di Ascoli. "Per quanto riguarda i casi pesaresi – spiega Francesco Barchiesi, direttore di Malattie infettive – si tratta di due uomini, italiani, che non provenivano da zone in cui il vaiolo delle scimmie è endemico, ad esempio l’Africa. Quanto all’età parliamo sempre di persone giovani o giovanissime, tra i 18 e i 50 anni".

I sintomi dell’ultimo paziente?

"Presentava le classiche lesioni cutanee: papule e vescicole, a volte con croste, che al contatto sono molto contagiose. Prima c’erano stati febbre, stanchezza, mal di testa, ingrossamento delle linfoghiandole. Ma di solito quando compare l’eruzione cutanea gli altri sintomi sono già passati"

Aveva dolore?

"No, le vescicole non danno nemmeno prurito. Tanto è vero che nell’ultimo caso il paziente ha rifiutato il ricovero, che di fatto serve solo per ragioni diagnostiche, dato che la terapia non si fa a meno che la persona non sia immunodepressa".

Quindi è tornato a casa?

"Sì, però anche a casa, come in ospedale, una persona infetta deve stare in isolamento, perché la trasmissione avviene attraverso uno stretto contatto con le vescicole, attraverso rapporti sessuali, ma anche attraverso indumenti, asciugamani"

Come distinguere queste vescicole da quelle causate da altre malattie, come il morbillo?

"Di solito sono più grandi e generalmente localizzate sui genitali, ma nei casi che abbiamo visto erano anche nel tronco, nel palmo delle mani, nella piante dei piedi. E’ una patologia ancora rara, benché i casi siano in aumento. Passa in un paio di settimane e non lascia strascichi".

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