Ventuno artisti si mettono in mostra La sperimentazione è protagonista

La ricerca in primo piano nelle stanze non abitate di Villa Severini. Un evento da assaporare

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La sperimentazione e la ricerca delle arti contemporanee tornano protagoniste delle stanze non abitate di Villa Severini, storica residenza del primo novecento (in via Roma 69) che da oggi alle 18 al 31 luglio ospita la collettiva intitolata ‘Bene dicendi scientia’. Le opere di ventuno artisti si avvicenderanno nelle stanze, comunicanti e distribuite su due livelli, come se fossero il risultato di una privata collezione d’arte contemporanea, per una mostra eterogenea tra scultura fotografia disegno installazione e parola, in un confronto generazionale tra autori più affermati e giovani quasi esordienti. "Tra le opere da segnalare - spiega il gallerista Rodolfo Gasparelli - la proiezione ‘In memoria’ capolavoro concettuale del 2006 dell’artista Maurizio Battaglia che scompone una poesia di Ungaretti per ricomporla nella quantità esatta di lettere impiegate distribuite in ordine alfabetico, luminosa idea che si finge analitica e calibrata all’univoco senso ma che straripa visionaria e multi semantica. Le fotografie di Pomelo documentano un cammino ondivago e una sua rappresentazione en plein air con fiori, grano, alghe, conchiglie, raccolti per rimarcare in colori un disegno trouvé perché superi il piano di realtà per un gesto autentico di cólto cloisonnisme tellurico. L’installazione di Vittorio D’Augusta, definito dopo i suoi esordi negli anni settanta artista postmoderno, è opera sincretica per moto pendolare, ritmo grafico, fissità oggettuale, ingredienti plurimi di una personalità unica nel gestire le antinomie del mondo. Sono solo pochi esempi di poetiche che ricercano l’immaginazione esatta". Esattezza e verità che trasudano anche dal nome scelto per la mostra.

"E’ una locuzione latina estratta dal trattato pedagogico ‘Institutio oratoria’ - spiega Gasparelli - scritto nel primo secolo da Quintiliano di cui non si occupa ma ne coglie l’affascinante ambiguità della forma bene-dire che rende equivoca l’interpretazione del suo significato rivolto alla formazione dell’oratore, tra arte del convincimento e l’attitudine morale alla verità". Info e orari: +39 340 4751641