Vuelle, Mazzola spinge all’unità: "La chimica di squadra è cambiata"

Il lungo racconta la vittoria di Sassari che tiene viva la speranza: "Siamo rimasti in otto, tutti reponsabilizzati"

Vuelle, Mazzola spinge all’unità: "La chimica di squadra è cambiata"

Vuelle, Mazzola spinge all’unità: "La chimica di squadra è cambiata"

Valerio Mazzola, quali sensazioni il giorno dopo la vittoria che vi tiene in vita?

"E’ stata un’emozione forte vincere a Sassari, non è un campo mai facile da espugnare. Siamo tornati a casa con un bel carico di ossigeno in più, nonostante alcuni risultati non buoni".

E’ cambiato qualcosa in queste due settimane in cui lo spirito appare più battagliero?

"La consapevolezza di giocare ogni partita come se fosse vivere o morire ci fa allenare con un grado di nervovismo molto alto e si arriva la domenica con un carico di tensione elevatissimo - premette Valerio -. Però il fatto di essere rimasti in otto ha dato più responsabilità a tutti e la possibilità di sbagliare che ti dà anche un po’ di tranquillità in più nel tentare le cose. Un insieme di situazioni che ci ha fatto rendere al meglio".

Mazzola è stato un gigante là in mezzo, da solo contro colossi come Diop e Gombauld: come si è sentito?

"E’ stata una grossa soddisfazione stare in campo 30’ con il piacere di giocare di squadra. Secondo me è stata una delle partite migliori che abiamo fatto quest’anno. Quanto a me, dico la verità, ho sentito molta gente dire: Mazzola non è più quello dell’anno scorso e poi magari dopo una buona partita eccolo è tornato. Ma io fisicamente sono sempre stato bene dopo il rientro dall’infortunio, poi non c’è stato incrocio d’intenti con l’allenatore: non voglio giudicare nessuno, ma era evidente. Per cui, nonostante l’impegno durante la settimana, mi son trovato in alcune situazioni in cui ho perso la bussola".

E adesso come va con Meo?

"Mi dà carta bianca perché si fida di me. Ho giocato tanto anche per necessità, ma lo sto ripagando credo".

Finalmente non si parla più di italiani e americani ma di squadra nel suo complesso: era questo il segreto?

"Sì perché la chimica è totalmente diversa oggi. Ultimamente ci siamo parlati tanto in spogliatoio con gli americani, penso che ora abbiano capito davvero l’importanza del basket in questa città e della gente che vive per questo sport".

Forse non per caso, allora, Bluiett è uscito dal bozzolo diventando per una sera una meravigliosa farfalla?

"Sono contento di questa domanda. Trevon è la persona con cui mi trovo meglio, non ha mai detto una parola fuori posto, è rispettoso. E, secondo me, è anche forte: ha tiro, tecnica, cambi di ritmo, se gli dai delle responsabilità le regge. Ha subìto delle incomprensioni".

Ora su chi fate la corsa?

"Per forza su Treviso, se arriviamo in classifica avulsa siamo avvantaggiati. Siamo consapevoli che le percentuali di salvezza per noi sono poche e ci mangiamo le mani se pensiamo a quello che abbiamo sprecato in precedenza, ma lo spirito che ci anima adesso è migliore".

Riuscirete a mettere in fila la seconda vittoria consecutiva, cosa mai riuscita finora in questa travagliata stagione?

"Ci piacerebbe un sacco battere Pistoia sabato e proseguire la striscia. Non lo voglio dire troppo forte, per questo sto anche zitto spesso e non mi espongo tanto, perché siamo stati troppo altalenanti. Ma stavolta speriamo di farcela".

Domani arriva Loudon Love, il nuovo pivot: la sfida è quella di inserirlo in fretta, ci riuscirete?

"Ci sarà da gestire il suo ingresso, dobbiamo trasmettergli subito il senso di urgenza che abbiamo addosso in questo momento. Se riusciremo a salvarci sarà come vincere uno scudetto".