Sgarbi sul nuovo dipinto scoperto: “Non è Raffaello, forse un prototipo del Perugino”

Secondo lo storico dell’arte la notizia è impossibile e smorza così gli entusiasmi: “È soltanto uno scoop giornalistico, dal momento che si basa su una conoscenza di pochi trattandosi di un'opera in collezione privata”

Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura e critico d'arte

Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura e critico d'arte

Pesaro, 17 settembre 2023 – La notizia della scoperta di un nuovo dipinto, attribuibile da un pool di studiosi a Raffaello Sanzio, non convince lo storico dell'arte e sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi. La notizia, secondo lui, è impossibile.

"Nessuna possibilità – ha tagliato corto Sgarbi – che il dipinto propagandato come Raffaello, e annunciato a Pergola, città affettuosa, sia del maestro urbinate. È soltanto uno scoop giornalistico, dal momento che si basa su una conoscenza di pochi trattandosi di un'opera in collezione privata, con la legittima aspirazione del proprietario di possedere un Raffaello”.

Il dipinto ritrae una Maddalena, con il volto di Chiara Fancelli, moglie del Perugino (maestro di Raffaello) e l’annuncio di oggi anticipa uno studio ad hoc sul quadro. Ma “già è bizzarra – ha aggiunto Sgarbi – l'idea di una Maddalena con le sembianze della moglie del Perugino, come è sospetta la pur legittima propensione di alcuni studiosi a pronunciarsi soltanto su grandi nomi: Raffaello, Leonardo, Botticelli. Perugino basta e avanza. L'opera annunciata come Raffaello – ha detto – è infatti una versione, forse autografa, di un prototipo di Perugino conservato a Palazzo Pitti, di cui si conosce un'altra versione alla Galleria Borghese. Difficile che nel 1504, quando, in contrasto con il suo Maestro nello 'Sposalizio della Vergine’ di Caen, Raffaello, con infinita grazia, dipinge il suo mirabile 'Sposalizio’, ora a Brera, che è tanto più libero, nuovo e sciolto di quello del maestro, egli si applichi a fare una copia del Perugino, che in quel momento ha già lasciato alle spalle. Ed è altrettanto impossibile – ha sottolineato – che il Perugino dipinga una copia di Raffaello. Al massimo, dunque, la nuova versione, di collezione privata, è una replica del Perugino. Di cui verificare l'autografia, rispetto a quella certa delle opere conservate nei musei, e di pubblico dominio”.

"Il gioco del privato che possiede un'opera 'più' autentica di quella di un museo – ha concluso Sgarbi – è già stato tentato, per Raffaello, con l'autoritratto giovanile. Poi la febbre è passata. Ma è evidente che la proprietà privata, e la conoscenza dal vivo di soltanto alcuni studiosi, sono pregiudizievoli per il riconoscimento della autografia”.