"A Conselice fatto tutto il possibile La catena umana? Pericolosissima"

La sindaca Paola Pula replica alle tante contestazioni: "Capisco la rabbia, prese decisioni in coscienza"

"A Conselice fatto tutto il possibile  La catena umana? Pericolosissima"

"A Conselice fatto tutto il possibile La catena umana? Pericolosissima"

Giorni interminabili, pieni di tensione. L’acqua che arrivava, continuava a salire e poi si fermava senza accennare a scendere. Il comune di Conselice ha subìto le conseguenze più gravi dell’alluvione che ha attraversato la Bassa Romagna, restando per oltre dieci giorni immerso in oltre un metro di acqua. In quei momenti , ancora troppo vicini, la sindaca Paola Pula dovuto combattere contro tutto e tutti e non è ancora finita.

Contestazioni davanti al municipio, la necessità di fare intervenire le forze dell’ordine, sui social una pioggia di commenti di cittadini che chiedono le sue dimissioni. Sindaca Pula, ritiene di aver fatto davvero tutto il possibile?

"Sì, penso di aver fatto in piena coscienza tutto quello che potevo per fare comprendere la gravità della situazione e fare il possibile per risolverla. Voi non potete neppure lontanamente immaginare cosa abbiamo vissuto. Per otto giorni siamo stati senza acqua potabile. Poi non funzionava l’elettricità e neppure il collegamento telefonico. Mi hanno detto di aver avuto dei gap comunicativi. Come si fa a comunicare in quelle condizioni? Conselice è un caso particolare. Non ha alcun fiume ma ha preso l’acqua degli altri comuni. Alcune case sono state liberate soltanto l’altro ieri".

Quali sono i numeri di questa alluvione per Conselice?

"Le case coinvolte sono state 1.543, un terzo di quelle di tutto il comune. Ora la gente sta ritornando, tanti hanno già iniziato a pulire e a togliere quello che è andato compromesso. Quando tornerà a funzionare l’impianto fognario si potrà parlare di una ripresa parziale della normalità. Le persone sfollate sono state un centinaio, collocate in parte qui, in parte nel centro reso disponibile ad Argenta. L’acqua stagnante sta creando ora delle allerte igienico-sanitarie alle quali stiamo rispondendo con le campagne vaccinali e con i trattamenti antizanzara. Metà del terreno agricolo è stato allagato come l’intero comparto produttivo. Fra le attività compromesse c’è anche il centro di ricerca internazionale delle sementi, un fiore all’occhiello. I danni alle famiglie, ai cittadini, all’economia e alle infrastrutture pubbliche sono importanti. Il tema vero ora è come rimettere in sicurezza il territorio".

Com’è la situazione ora?

"C’è ancora una zona allagata, quella attorno all’Unigrà nel tratto in cui ci sono case sparse fino al canale Destra Reno. Sto facendo una mappatura delle zone anche per consentire alle aziende di intervenire in modo da procedere con la bonifica degli impianti (da una nota della Regione di ieri emerge che sono 80 le aziende allagate, a cui se ne aggiungono 200 ferme a causa di provvedimenti di evacuazione, ndr). Su Lavezzola è stata revocata l’ordinanza legata al rischio di rottura del canale destra Reno in cui si ordinava alle persone di abbandonare il piano terra delle abitazioni e alle aziende di procedere con un piano di evacuazione speditivo".

La rabbia dei conselicesi è ancora viva come il dubbio che si sarebbe potuto fare di più, magari con modalità diverse…

"Non era possibile. Mi rendo conto che sia difficile da comprendere ma non c’era modo, per una questione esclusivamente idraulica. Non si può buttare l’acqua in canali che sono più alti di quelli da cui si deve togliere. La gente di Conselice è arrabbiata e io la capisco. A loro serviva un capro espiatorio contro cui sfogarsi e io dovevo restare lucida per decidere. Ma è stata una situazione estremamente difficile in cui occorre dosare con equilibrio ogni tipo di intervento per non provocare altre conseguenze. Quando ho cercato di impedire la catena umana formatasi a Lavezzola per insacchettare gli argini, l’ho fatto semplicemente per questioni di sicurezza. Era pericolosissimo. In tutto questo c’è la rabbia di chi non comprende ma anche la forte partecipazione all’aiuto concreto di cittadini, industriali, agricoltori, artigiani che si sono occupati delle prime attivazioni e ai quali va il mio ringraziamento più sentito. Questa forza è stata anche importante in termini di relazioni nella comunità. Hanno portato il cibo con i trattori, hanno fatto di tutto per aiutarsi l’uno con l’altro. I ringraziamenti vanno anche alle forze dell’ordine, ai volontari, alla Protezione civile a tutta la macchina degli aiuti, al Consorzio di bonifica, al supporto ottenuto dall’estero, a tutti coloro che ci sono stati vicino. La situazione ora è migliorata tantissimo. Dobbiamo attendere soltanto il ripristino dell’impianto fognario che, per questioni di livello dell’acqua, non è ancora attivatile. Poi procederemo a zone, con il lavaggio delle strade, il ritiro dei rifiuti e quant’altro".

Come uscirà da questa esperienza?

"Sicuramente più forte di prima. Se ho superato questa…".

Monia Savioli