VALERIA BELLANTE
Cronaca

’A scuola di Tecnopolo’. Per avvicinare gli alunni alla ricerca scientifica. Premiate due classi

Ad aprile e maggio le visite al centro di ricerche di Marina di Ravenna 2^A e 2^B della scuola Novello vincitrici del quiz sulle conoscenze apprese .

’A scuola di Tecnopolo’. Per avvicinare gli alunni alla ricerca scientifica. Premiate due classi

’A scuola di Tecnopolo’. Per avvicinare gli alunni alla ricerca scientifica. Premiate due classi

Si è tenuta ieri mattina la premiazione delle classi 2^A e 2^B della scuola Guido Novello, vincitrici a pari merito nel quiz del progetto ‘A scuola di Tecnopolo’, organizzato per la seconda edizione da Cifla- Fondazione Flaminia, soggetto gestore del Tecnopolo di Ravenna, con la partecipazione del Comune di Ravenna. I premi, due buoni per l’acquisto di libri di divulgazione scientifica, è stato conferito dal direttore di Fondazione Flaminia Antonio Penso, dall’assessora allo Sviluppo economico Annagiulia Randi e dal professore Andrea Contin, direttore del laboratorio Fip-We@Unibo.

Tra aprile e maggio gli studenti, in tutto cinque classi con più di 120 alunni, hanno visitato i laboratori FIP-WE@UNIBO ed EnerCube del Centro di Ricerche Ambiente Energia e Mare di Marina di Ravenna, una delle tre sedi del Tecnopolo di Ravenna. Ogni classe coinvolta si è successivamente cimentata in una gara di quiz per testare le conoscenze acquisite.

Il progetto è nato con l’obiettivo di far conoscere le ricerche in essere per stimolare quella curiosità fondamentale per avvicinarsi e apprezzare il mondo dell’innovazione e della cultura tecnico-scientifica. Quest’anno, oltre alle classi della scuola Novello, sono state coinvolte anche alcune classi del liceo scientifico Alfredo Oriani che con un programma più dettagliato, adatto al loro grado di studi, hanno a loro volta visitato i laboratori.

Come spiega Elisa Ulazzi, community manager del tecnopolo: "La città di Ravenna rappresenta da sempre il connubio tra ambiente e industria. Si tratta di un territorio fragile che va tutelato affinché queste due realtà possano continuare a coesistere. Il centro venne inaugurato con questo obiettivo nel 1993 da Raul Gardini, l’imprenditore ravennate aveva il sogno di rendere la sua città capofila della bioeconomia. Oggi il centro svolge ricerche sulle fonti rinnovabili e su tecnologie low-carbon per migliorare l’impatto ambientale al fianco delle imprese".

Nel laboratorio FIP-WE@UNIBO si sperimentano le applicazioni pratiche del biochar, un carbone vegetale ottenuto da scarti di legno che vengono inseriti in forni ad altissime temperature. Le sue caratteristiche lo rendono un utile alleato in diversi campi: essendo un materiale molto poroso, si presta bene al recupero degli inquinanti, all’uso come ammendante nei suoli, alla depurazione di acque reflue o al trattamento di acqua potabile. I ricercatori lavorano per migliorarne le prestazioni in modo da poterlo applicare su scala industriale.

Nel laboratorio EnerCube, invece, si testano nuovi materiali per prototipi di batterie. L’obiettivo è migliorare le performance e superare i problemi di quelle attuali, costituite da risorse costose e poco sostenibili come Litio e Cobalto. Gli impieghi dei prototipi comprendono il settore automotive ma anche batterie per lo stoccaggio di energia nei pannelli solari.

I ragazzi sono rimasti affascinati e hanno potuto toccare con mano l’elevata tecnologia delle strumentazioni presenti nel centro, rivolgendo le loro domande direttamente ai giovani ricercatori e partecipando ad un banchetto esperimenti in cui sono state illustrate alcune applicazioni del biochar.