Abbattimento torri Hamon. Denuncia di Italia Nostra

È stata depositata in Procura dalla sezione ravennate dell’associazione "Scritta una pagina di inciviltà". Intanto proseguono le operazioni all’ex Sarom .

Abbattimento torri Hamon. Denuncia di Italia Nostra

Abbattimento torri Hamon. Denuncia di Italia Nostra

La sezione ravennate di Italia Nostra ha depositato "una articolata denuncia in Procura" in merito all’abbattimento delle torri Hamon - riprese anche nel film di Michelangelo Antonioni ‘Deserto Rossò - contro cui si era espressa, partecipando a una manifestazione di protesta, lo scorso aprile, pure la nipote del celebre regista, Elisabetta Antonioni. "Davanti a questa pagina di inciviltà e di disprezzo", ossia la distruzione delle due torri degli anni 50 nell’area ex Sarom, uno dei simboli dello ‘skyline’ della città oggetto di un piano di demolizione, connesso alla realizzazione di un parco fotovoltaico, "Italia Nostra sezione di Ravenna – spiega la stessa associazione in una nota – ritenendo che l’abbattimento sia avvenuto senza i dovuti approfondimenti e le opportune valutazioni da parte di tutte le Istituzioni e gli Enti che avrebbero potuto esprimersi, invece, in altra direzione e in questo modo provare a scongiurare un danno rilevante al patrimonio della cultura industriale italiana, ha depositato oggi un’articolata denuncia in Procura". Quella dell’abbattimento dei manufatti, viene evidenziato, rappresenta "una pagina nera della democrazia e della partecipazione, scritta senza colpo ferire dal sindaco di Ravenna, dall’Autorità Portuale, dalla Soprintendenza e dall’Eni, le cui attività sul nostro territorio possono continuare nella più assoluta accondiscendenza e senza nemmeno un tentativo di trattativa".

Di fatto, prosegue Italia Nostra Ravenna riferendosi alle torri, "non una sola parola in loro difesa o di ripensamento da parte delle Istituzioni che ha favorito un clima di odio, presa a male parole sui social persino la nipote del Maestro Antonioni giunta generosamente a Ravenna per la loro tutela, e la richiesta di immediata cancellazione di manufatti che servivano solo a raffreddare acqua. Sullo sfondo, invece, le ciminiere del porto industriale continuano e continueranno a disperdere i loro fumi nell’ambiente, mentre i terreni ex Sarom - conclude la nota - non ancora completamente bonificati verranno acquisiti con soldi pubblici per quasi 8 milioni".