Addio ad Alfa Garavini, la first lady del volley

Fondatrice e presidentessa della mitica Olimpia Teodora, aveva 97 anni. Ha segnato un’epoca contribuendo anche al progetto federale Club Italia

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di Umberto Suprani

È stata la prima ’first lady’ della pallavolo italiana, fondatrice e presidentessa per oltre un quarantennio dell’Olimpia Teodora che vinse tutto in Italia, in Europa e nel mondo. La notte scorsa se n’è andata a 97 anni Alfa Casali Garavini che, quando nel febbraio 1965 fondò la società nell’ambito dell’Istituto delle suore Ghiselli, mai avrebbe immaginato che quella sua ’creatura’ sarebbe diventata un mito, un punto di riferimento. I funerali sono in programma oggi alle 15.30 alla camera mortuaria dell’ospedale Santa Maria delle Croci.

Questa minuta e combattiva insegnante di educazione fisica ha insegnato alle proprie ragazze tanta voglia di vivere, di combattere, di vincere senza mai perdere di vista i valori dello sport. L’Olimpia – prima con le etichette Paoletti, Cmc Monoceram, Diana Docks e poi con quella ’leggendaria’ di Teodora, con la sponsorizzazione del gruppo Ferruzzi – divenne la sua vera famiglia quando un tragico destino le tolse l’amato coniuge.

E fu così che per quasi un ventennio un gruppo di fantastiche ragazze ravennati e romagnole, con un tecnico (Sergio Guerra) sempre di queste parti, illuminò l’orizzonte pallavolistico e sportivo arrivando fino in cima al mondo (prima squadra italiana nella storia). Affiancata da un ristretto gruppo di collaboratori, in primis Beppe Brusi poi passato al volley maschile, Alfa diresse il club giallorosso con unpasso misurato e le intuizioni di sempre (ad esempio, giocatrici straniere poche, non prime donne ma in grado di integrarsi seduta stante) suscitando ammirazione delle società rivali che quanto a sforzi economici erano nettamente superiori. Trattava le sue ragazze come figlie, senza risparmiare loro lezioni di vita e – se erano necessari – anche rimbrotti. Bastava uno sguardo o una semplice stretta di mano.

Dopo undici scudetti peraltro consecutivi, sei Coppe Italia, due Coppe Campioni e un Mondiale per club, la presidentessa dal casco biondo di capelli accettò, gettandosi a capofitto nel Club Italia che radunava al Villaggio del Fanciullo, a Ponte Nuovo, le migliori Under 18 di Italia: un progetto che risulterà vincente, un collegiale permanente con le ragazze che la mattina frequentavano le scuole e il pomeriggio si sottoponevano ad almeno tre ore di allenamenti. Fu più di una tutor per queste giovanissime che avrebbero potuto essere sue nipoti; fece il possibile perché non mancasse loro nulla, perché il distacco dalle famiglie e dagli ambienti che avevano lasciato fosse il meno tramautico possibile. A decine l’hanno riconosciuta come una seconda ’madre’.

Non contenta di ciò, una decina di anni fa fondò l’Olimpia Masters Alfa Garavini, un club – tuttora in attività – per le giovanissime, per le ragazzine dei centri di addestramento e non era raro, da ultra nonuagenaria, vederla in palestra a discutere con tecnici e collaboratori.

I suoi grandi e indiscussi meriti trovarono nel corso degli anni corrispondenza e gratificazione per Alfa con l’assegnazione delle Stelle del Coni nazionale al merito sportivo (bronzo 1982, argento 1998 e oro 2014) e, da parte del Panathlon Ravenna, del premio Fair Play nel 2005.

Fra i primi messaggi di cordoglio alla famiglia, di particolare rilevanza quello della Fipav nazionale con in testa il presidente Giuseppe Manfredi. "Alfa, dirigente tra i più lungimiranti, nel corso della sua lunga carriera, ha ricoperto – si legge – incarichi federali, in particolare quello di tutor alla nascita del Club Italia. Tutto il movimento pallavolistico - conclude - piange una grande figura, a cui va un immenso grazie per l’impegno e la passione dedicati alla pallavolo".

Ora tocca a Ravenna, alla città ricordarla nella maniera adeguata, perché la sua opera non finisca nel dimenticatoio, come putroppo sta diventando usuale verso coloro che in vita hanno lasciato una traccia, un solco. Alfa, in una realtà che più pallavolistica non si può, ha indicato, precorrendo i tempi, quale ruolo può, anzi deve, avere una donna che ha fatto della passione, dell’impegno anche civile, del pragmatismo e del buon senso i propri punti cardinali.