SARA SERVADEI
Cronaca

Affitti brevi, ecco la stretta. Senza il codice sanzioni salate

Dal 2 gennaio è obbligatorio possedere il ’Codice identificativo nazionale’ e prendere più misure di sicurezza. Giulianini (Confcommercio): "Oltre 100 Airbnb in centro, ma ora occorre essere più strutturati che in passato".

Turisti alla tomba di Dante. In alto, la stanza di una struttura ricettiva (repertorio)

Turisti alla tomba di Dante. In alto, la stanza di una struttura ricettiva (repertorio)

Stretta sugli affitti brevi. Dal 2 gennaio infatti tutte le strutture ricettive per registrarsi sulle piattaforme online quali Booking o Airbnb necessitano del Cin, il ’Codice identificativo nazionale’, rilasciato dal ministero del Turismo. Dovrà essere indicato online, nelle attività promozionali, e anche all’esterno della struttura, su una targhetta. Comporta una serie di obblighi quali installare estintori e dispositivi per la rilevazione del monossido di carbonio e del gas combustibile, e per chi non rispetta le regole le sanzioni sono pesanti. Si va da 800 a 8.000 euro se non si possiede il Cin, da 500 a 5.000 se non lo si espone e da 600 a 6.000 se manca uno dei requisiti di sicurezza. "È evidente che con questa norma – scrive Federalberghi in una nota – l’intento del legislatore è quello di contrastare il fenomeno del sommerso (il Cin sarà tracciato anche sul 730 dei privati) così come dare risposta alla levata di scudi di molti sindaci delle principali città turistiche, che vorrebbero arginare il fenomeno degli affitti brevi".

Già, gli affitti brevi. Un fenomeno che negli ultimi anni ha rosicchiato il mercato degli affitti veri e propri, quelli a studenti e lavoratori. E che risponde a un nuovo tipo di turismo, più ’smart’, con la valigia sempre in mano. Ci si concede un viaggetto o un weekend fuori in più spendendo un po’ meno sull’alloggio. "Ci sono oltre cento strutture su Airbnb nel centro storico di Ravenna – spiega Paolo Giulianini, vicedirettore di Confcommercio Ravenna –. Tutte le strutture oggi devono aprire una Scia in Comune, e non sempre in passato accadeva. Poi ci sono una serie di norme: la scheda di pubblica sicurezza, l’imposta di soggiorno, le statistiche degli arrivi, le varie denunce al ministero... E ora anche il Cin". Quella che fino a qualche anno fa era una giungla sommersa e priva di regole oggi non è più una strada così semplice da percorrere. "In realtà è ancora facile, una volta capito il meccanismo – prosegue Giulianini – ma occorre essere più strutturati perché bisogna sapere che ci sono una serie di adempimenti ogni volta che si affitta".

Le nuove regole, però, sono ancora sconosciute a tanti. "Soprattutto chi non fa parte dell’associazione scopre del Cin col passaparola, o quando fa il 730 – prosegue Giulianini –. Abbiamo avuto un forte aumento dei privati che si recano nei nostri uffici non solo per ottenere il Cin, ma anche per regolarizzare i loro immobili da adibire ad affitti turistici".

sa.ser