Alessandro Bovolenta, talento e maturità

Alessandro Bovolenta ha vinto il campionato europeo di pallavolo con la ‘sua’ nazionale under 20 domenica. Poi, come se non bastasse, ha ricevuto il premio come miglior giocatore della manifestazione. Insomma, un risultato da far montare la testa a chiunque, anche al più compassato dei caratteri, invece lui no. Nell’intervista rilasciata al Carlino nei giorni scorsi, le sue prime parole sono state per la squadra, "è grazie a loro se ho potuto giocare tranquillo e fare quello che sentivo mio". Una frase straordinaria che delinea il suo carattere, la maturità dimostrata nel capire, giovanissimo, il senso vero del gioco di squadra. Del padre Vigor, morto quando era molto piccolo e di cui non ha conservato ricordi netti, parla con serenità. E non deve essere stato facile perché accanto al dolore deve essere subentrata negli anni la pressione, il disagio forse di immaginare un confronto inevitabile. Ma anche in questo Alessandro ha dimostrato, con una maturità stupefacente, di aver fatto il suo percorso, difficile senz’altro, verso una totale autonomia. La pressione non c’è più, lo ha detto lui stesso. Rimangono i ricordi anche se vaghi, alimentati dalla sua famiglia, dai tifosi che lo seguono e che vedono in lui un nuovo campione pronto a percorrere la sua strada, ma con la stessa scintilla del padre.