CARLO RAGGI
Cronaca

Amianto a Ravenna, per i giudici non lo respirò: "Ma ora ho un mesotelioma"

La storia di Bruno Gulminelli: la Corte d’Appello gli impose di restituire all’Inps i benefici previsti dalla legge

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Ravenna, 26 aprile 2023 – Nel 2003 l’allora giudice del lavoro Roberto Riverso riconobbe a Bruno Gulminelli, già dipendente della Philips Carbon Black, e ad altri dieci colleghi di lavoro, i benefici economici, sotto il profilo della rivalutazione della pensione, a fronte di una esposizione all’amianto per oltre dieci anni, come prevedeva l’innovativa legge del 1992 con cui in Italia era stato messo al bando il micidiale minerale. Ma quella sentenza venne fatta a pezzi dalla Corte d’appello sulla base dell’asserzione, sostenuta dal consulente d’ufficio, che non c’era prova che quei lavoratori della Philips Carbon Black fossero mai stati a contatto con fibre di amianto.

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La sentenza fu a sua volta annullata dalla Corte di Cassazione. Il secondo appello, del marzo 2015, confermò l’assunto a sfavore dei lavoratori che sono stati così costretti a restituire all’Inps il beneficio percepito, per Gulminelli pari a 26mila euro. Ora Gulminelli ha scoperto di avere il mesotelioma pleurico, cioè il tumore causato esclusivamente dalle fibre d’amianto. E tre anni fa uno dei colleghi con cui aveva fatto causa all’Inps di mesotelioma è morto.

“E adesso? Non c’erano dubbi che avesse ragione il giudice Riverso a considerarci tutti soggetti a rischio di malattia che, come si sa, si può manifestare anche trenta e passa anni dopo. Io e il mio amico e collega Enzo ne siamo la prova. Ma è tutto prescritto. Non posso più pretendere nulla". Unica, ben magra consolazione, quattromila euro di indennizzo perché complessivamente l’iter della causa si è protratta oltre ogni ragionevole durata: 13 anni contro i sei fissati per legge. La vicenda di Gulminelli e dei suoi compagni non è unica. Sono stati molteplici i lavoratori dell’area del petrolchimico, cui era stato riconosciuto il diritto ai benefici della legge sull’amianto, poi costretti a restituire la parte di pensione ottenuta con il coefficiente moltiplicatore di 1,5, perché soccombenti in appello a seguito della decisione dei giudici di secondo grado di inaugurare una giurisprudenza ultrarestrittiva e ‘creativa’ a seguito di interventi legislativi dei primi anni Duemila.

Il giudice Riverso era stato il primo, in Italia, già nel 1998, ad applicare la legge del ’92 e a riconoscere ai lavoratori del Petrolchimico, per il solo fatto di aver lavorato per più di dieci anni in un ambiente in cui l’amianto era estremamente diffuso, il diritto al beneficio pensionistico, escludendo, in linea col dettato della legge, il ricorso a una consulenza tecnica per accertare l’effettiva presenza del minerale e ritenendo probanti le sole testimonianze (dei lavoratori, dei sindacati). Proprio in virtù dell’orientamento assunto dal tribunale, l’Inps decise in autonomia di accedere alle richieste di pensionamento con i benefici che col passare dei mesi sempre più lavoratori avanzavano. Ma quando nei primi anni Duemila il governo di centrodestra intervenne nel tentativo di arginare il sempre più forte impegno di spesa per l’Inps introducendo nella legge del ’92 paletti vari, fra cui l’indicazione dell’esposizione a una quantità di fibre pari allo 0,1 per centimetro cubo, vera e propria prova diabolica, allora l’Istituto ricominciò a stoppare le richieste dei benefici e ai lavoratori non restò che rivolgersi al giudice.

E ogni sentenza favorevole ai lavoratori (ovvero la totalità) venne appellata dall’Inps. Così Gulminelli e i suoi colleghi si trovarono davanti ai giudici d’appello di Bologna, che demandarono in pratica la decisione al consulente tecnico. Il quale, seguendo un percorso fondato pressoché esclusivamente su formule statistiche e che peraltro non teneva conto delle condizioni reali degli ambienti lavorativi, concluse per la purezza dell’aria negli ambienti di lavoro, nel nostro caso, della Philips Carbon Black dove peraltro ogni centimetro di condutture, ogni macchinario, era coibentato con l’amianto, dove, come testimoniò Gulminelli, c’era chi manualmente impastava l’amianto per fare le coibentazioni quando ancora nulla si sapeva della sua cancerogenicità. Ora la realtà fa strame delle statistiche e presenta il drammatico, doloroso conto.