"Angela Angelina ha effetti negativi sulla costa: va chiusa"

Ravenna Coraggiosa interviene sulla piattaforma: "C’è bisogno di azioni ’green’ nelle zone turistiche"

Migration

I temi legati all’energia continuano ad attirare l’attenzione di partiti e movimenti che fanno parte della coalizione di centrosinistra. Ravenna Coraggiosa ha infatti chiesto la chiusura della piattaforma Angela Angelina, davanti a Lido di Dante e si è così inserita nel dibattito energetico tra Pri e M5s. La concessione in essere del pozzo estrattivo di gas è fissata per il 2027. "Accanto allo sforzo per il ripascimento di 335mila metri cubi di sabbia su Lido Adriano, Lido di Dante e Punta Marina serve ribadire – spiega Gianandrea Baroncini, assessore all’Ambiente e capolista di Ravenna Coraggiosa – la richiesta della chiusura anticipata del punto di estrazione Angela e Angelina per la sua vicinanza alla costa e i suoi effetti negativi su subsidenza ed erosione costiera in quelle aree e nell’oasi naturalistica di Foce Bevano". Secondo il coordinamento di Ravenna Coraggiosa "anche le nostre località turistiche costiere devono concorrere a un graduale, ma profondo cambiamento. Il primo obiettivo concreto è la ‘solarizzazione’ della riviera romagnola con un esteso impiego di fotovoltaico e di solare termico e con lo sviluppo delle scelte fondamenti per rendere in dieci anni la mobilità a emissioni zero".

Altro tema in discussione è il recupero di aree verdi sul litorale. In alcuni lidi "realizzati in anni dove la sensibilità ambientale era molto diversa da oggi", è possibile pensare a una graduale riduzione dell’impermeabilizzazione del suolo "e a un parallelo aumento delle aree verdi e rinaturalizzate". È necessaria una ricognizione del patrimonio edilizio di scarsa qualità "per il quale non siano convenienti operazioni di riqualificazione. In tal caso va studiata la possibilità di azioni mirate di demolizione e ricostruzione con modalità costruttive che consentano di ampliare gli spazi verdi, con nuove alberature e vegetazione arbustiva". Di qui la proposta di Coraggiosa di "investire quote significative di risorse, a partire dal Recovery fund, per adeguare le opere in difesa del nostro territorio e salvaguardare le spiagge e le zone naturali". Sono interventi essenziali "che possono consentire a tutto il settore delle costruzioni e dell’ingegneria naturalistica di rinascere e di offrire lavoro qualificato e stabile".