Arte russa nel convento delle Carmelitane

Le allieve del maestro di San Pietroburgo, Alexandr Stalnov, stanno lavorando all’immagine dell’Arcangelo Gabriele

Arte russa nel convento delle Carmelitane

Arte russa nel convento delle Carmelitane

Sono arrivate da alcune città vicine, come Forlì e Cattolica, ma anche da Trento, Roma, dalla Francia persino. Sono in tutto dodici e in questi giorni si trovano nel convento delle monache di clausura Carmelitane di via Guaccimanni per seguire il corso di iconografia russa tenuto dal maestro iconografo di San Pietroburgo Alexandr Stalnov. All’interno della struttura religiosa, in un ambiente lungo e stretto inondato dalla luce che arriva dal giardino, le allieve da giorni lavorano all’immagine dell’Arcangelo Gabriele, ispirandosi ad un’icona custodita in un museo di Mosca. Alexandr Stalnov si muove tra i cavalletti, osserva, controlla, corregge, dà consigli.

Il suo italiano scorrevole svela una familiarità di lunga data con il nostro Paese, dove viene spesso per tenere corsi o realizzare icone su commissione. "Sono venuto in Italia la prima volta nel 1991 – osserva – e a Ravenna ero già stato, questa è una città bizantina, è un luogo adatto all’insegnamento dell’arte delle icone russe". Il corso dura in tutto nove giorni, si comincia alle 8.30 e, dopo la pausa del pranzo, si riparte nel pomeriggio. C’è anche suor Elisabetta, del monastero ravennate. "Conosciamo bene Alexandr Stalnov – spiega – e la sua attività è nota a livello internazionale. L’estate scorsa ha realizzato due icone per la nostra chiesa e quando abbiamo organizzato questo corso hanno aderito diverse persone che lo seguono da anni, c’è chi ha iniziato a dipingere con lui". All’interno del convento è suor Elisabetta a tenere abitualmente un corso di iconografia, questa volta, con l’arrivo di Stalnov, si è trasformata temporaneamente in allieva. Poco più in là c’è un’eremita di Bologna, e ancora una suora di Forlì. Christina Munns è tedesca ma vive da sempre a Roma ed è arrivata a Ravenna per seguire il corso di Stalnov. È con lui che ha cominciato a dipingere icone e ora lo fa di lavoro. "Dipingo da 25 anni – racconta – e in precedenza ero una responsabile di volo dell’Alitalia. Poi ho cominciato a pensare a un piano B e ho deciso di dedicarmi alla realizzazione di icone, così sono diventata un’iconografa". C’è chi si ferma in monastero anche a dormire, nella foresteria. E per il pranzo e la cena sono al lavoro alcune volontarie che, in cucina, sono impegnate a cucinare già dal pomeriggio. In giardino qualcuno si occupa dell’orto, i rumori dall’esterno arrivano attutiti e mentre il corso prosegue, le altre monache del convento sono impegnate nelle loro attività.

Suor Anastasia, la madre, appare sulla porta, osserva il lavoro delle dodici donne ‘nascoste’ dietro ai cavalletti e sorride. Poi mostra i lavori realizzati da Alexandr Stalnov nella chiesa del monastero, due grandi sui muri e alcune altre più piccole sul cancelletto che divide l’area destinata ai fedeli da quella delle monache. Testimonianza di un dialogo irrinunciabile tra Occidente e Oriente.

Annamaria Corrado