Autocostruttori, il Comune offre 70mila euro Ma loro ne chiedono 600mila: deciderà il Tar

Per la vicenda delle case di Filetto a lungo rimaste al grezzo. L’avvocato Montevecchi: "Spetterà ai giudici quantificare l’indennizzo"

Migration

La vicenda ventennale degli autocostruttori di Filetto non si è certamente chiusa con il via libera all’impegno in bilancio di circa 4mila euro di spese processuali. Anzi, è in arrivo un nuovo ricorso al Tar da parte della Cooperativa Mani Unite, assistita, da anni, dall’avvocato Danilo Montevecchi. Nella seduta di martedì, il Consiglio comunale ha approvato la delibera ‘Riconoscimento della spesa ai sensi dell’articolo 194 del decreto legislativo 2672000 derivante da sentenza esecutiva’ con 21 voti favorevoli (gruppi di maggioranza) e 8 voti contrari (gruppi di minoranza).

Ha presentato il documento il vicesindaco con delega agli Affari generali Eugenio Fusignani che ha spiegato trattarsi di riconoscere come legittimo il debito fuori bilancio derivante dalla sentenza esecutiva del Consiglio di Stato, in ordine a una richiesta di risarcimento danni per "asserite" responsabilità in "vigilando" del Comune, nell’ambito dell’attività edilizia in autocostruzione a Filetto. "Pertanto – riferisce una nota del Comune - si è reso necessario impegnare la somma complessiva di 3.588 euro, mentre 650 euro riguardano il pagamento della contribuzione per gli atti processuali".

Ma veniamo alla Cooperativa Mani Unite Come spiega l’avvocato Montevecchi "la cooperativa è in procinto di ricorrere al Tar in sede di ottemperanza, per chiedere l’esecuzione della sentenza emessa dal Tribunale amministrativo di Bologna il 18 marzo 2021". Il Tar aveva ordinato al comune di Ravenna l’apertura di un procedimento amministrativo per la quantificazione dell’indennità da corrispondere alla cooperativa di autocostruttori per il lavoro impiegato nella costruzione del grezzo dei 14 appartamenti di Filetto.

Non è stato possibile raggiungere un accordo e la distanza, tra la posizione di Mani Unite e quella dell’amministrazione comunale, è rimasta inconciliabile. Quindi, la cooperativa chiede circa 600 mila euro e il Comune propone 70mila. La procedura amministrativa si è chiusa senza esito il 10 agosto 2021. L’amministrazione, due settimane dopo, ha interposto appello al Consiglio di Stato che ha rigettato con sentenza del 12 luglio 2022, confermando in pieno la sentenza del Tribunale amministrativo. "Pertanto – rilancia l’avvocato Montevecchi - la cooperativa chiederà ora che sia lo stesso Tar bolognese a quantificare il risarcimento, ovvero l’indennizzo per le ore impiegate da compensare e chiederà il rimborso delle penali applicate dal Comune sul valore del terreno e sul valore della costruzione, trattenute – secondo il Tar - in modo illegittimo, per un importo di circa 200 mila euro".

lo. tazz.