Beaches brew, i primi nomi

Lankum, Pongo e Billy Woods: anteprima di chi si suonerà all’Hana-Bi a giugno

Beaches brew, i primi nomi

Beaches brew, i primi nomi

Atteso come ogni anno, il festival Beaches Brew, si terrà all’Hana-Bi a Marina di Ravenna dal 5 all’8 giugno. Gli organizzatori hanno anticipato qualche nome di chi si esibirà in occasione del decennale (tutti i concerti sono gratis): Liv.e, Pongo, Lankum, Billy Woods, Mabe Fratti, Slauson Malone 1, Rose City Band, Nusantara Beat, Phelimuncasi, O., Dion Lunadon e Rosali. Tredici artisti, 12 diversi paesi del mondo per una line-up tutta internazionale, in attesa di un secondo annuncio che prevede anche il contingente italiano, che, spiegano gli organizzatori, "riflette perfettamente l’approccio di ricerca trasversale del progetto Beaches Brew, mai concentrato su un solo genere". Si comincia con l’’R&B sperimentale della producer losangelina Liv.e, il cui secondo disco Girl in the Half Pearl è Best new album di febbraio per Pitchfork, alle sperimentazioni tra calypso, soca e elettronica occidentale dell’angolana Pongo, nuova diva del Kuduro (genere di musica dance elettronica nato negli anni 80 in Angola)".

Ancora: si potrà ascoltare l’alt-folk rituale contaminato con la drone music degli irlandesi Lankum, prodotti da Rough Trade, a Billy Woods, icona del rap underground dell’east coast; la miscela di pop, ambient e sperimentazioni della violoncellista guatemaleteca Mabe Fratti; l’innovativo progetto Slauson Malone 1, a cavallo tra pop music e performance, firmato dall’artista americano Jasper Marsalis, figlio del trombettista jazz Wynton; il country rock psichedelico della Rose City Band, creatura del visionario chitarrista di Portland Ripley Johnson. Arrivano dall’Olanda i Nusantara Beat, con la freschezza del loro approccio psych folk. Spazio al beat propulsivo del trio sudafricano Phelimuncasi e del loro gqom; il duo londinese O. ha portato a nuova forma l’accoppiata saxbatteria, per finire con le sperimentazioni tra garage, post-punk e shoegaze del neozelandese Dion Lunadon (bassista degli A Place To Bury Strangers), e il songwriting a tinte classiche della cantautrice di Philadelphia, Rosali.