Bimbo morto poco dopo il parto, a Ravenna undici medici indagati

Figlio primogenito di una giovane coppia deceduto a venti giorni

Camici bianchi

Camici bianchi

Ravenna, 15 gennaio 2019 - Era nato al Santa Maria delle Croci di Ravenna ed era morto al Bufalini di Cesena. La sua vita era durata venti giorni appena nei quali non aveva mai preso conoscenza a causa del grave stato di asfissia che aveva manifestato subito dopo il parto. Per quanto accaduto al figlio primogenito di una giovane coppia di Comacchio, undici camici bianchi dell’ospedale ravennate sono stati indagati a piede libero per omicidio colposo in cooperazione.

Si tratta di tutti quelli che, tra medici, anestesisti, ginecologhe e ostetriche, si erano occupati della puerpera comacchiese. Un atto dovuto in ragione dell’incidente probatorio chiesto dal pm titolare del fascicolo Monica Gargiulo e fissato dal gip Janos Barlotti ai primi di marzo. In quell’occasione, tutte le parti – sia i genitori del piccolo tutelati dall’avvocato ferrarese Francesco Ferroni che gli indagati difesi dagli avvocati ravennati Giovanni Scudellari ed Ermanno Cicognani – avranno modo di inserirsi nel procedimento con i loro consulenti di fiducia. Al perito che verrà nominato dal gip, spetterà il compito di fare luce sul decesso del piccolo soprattutto sulla base della cartella clinica e di tutti gli altri documenti relativi al caso. Nessuna autopsia insomma ma un esame esclusivamente documentale: il bimbo del resto era venuto alla luce il 9 giugno scorso mentre l’esposto in procura è dei primi di settembre: successiva insomma ai funerali. Dopotutto, come si può dedurre dalla denuncia-querela dell’avvocato ferrarese, l’intento è quello di dare risposte a un evento davvero tragico da ogni lato lo si guardi, senza per questo puntare il dito contro alcuno in particolare.

Secondo quanto in buona sostanza rappresentato nel documento dal legale dei genitori del piccolo, nel novembre 2017 la villocentesi – ovvero l’esame di una piccola quantità prelevata dai villi coriali (la parte embrionale della placenta), aveva permesso alla mamma di sapere che il bimbo era un maschietto e che presentava un numero di cromosomi normale. Buone premesse insomma: tanto che fino alla 37esima settimana tutto era filato liscio. Alla 38esima, la gravidanza era stata presa in carico dal reparto di Ostetricia e Ginecologia di Ravenna, così come del resto accade per diversi comacchiesi. Ed è qui che, a ridosso della 41esima settimana, si era deciso per il ricovero con conseguente induzione del parto.

Ma né il 7 né l’8 giugno, nonostante le sostanze somministrate, il lieto evento si era concretizzato. Il bimbo sarebbe nato solo la mattina del 9 giugno, segnato purtroppo da una grave asfissia. Anticamera di una tragedia manifestatasi nella sua portata definitiva venti giorni dopo.