"Mio figlio non vuole più frequentare religione. Così 'divento' buddista"

Una mamma dichiara di cambiare fede per esonerare il bimbo

Scuola elementare (foto d'archivio)

Scuola elementare (foto d'archivio)

Ravenna, 24 ottobre 2014 - Una mamma, ad anno scolastico iniziato, chiede che il figlio smetta di frequentare l’ora di religione, ma la scuola risponde di no: avrebbe dovuto decidere a febbraio, al momento dell’iscrizione. Un modo per aggirare il regolamento però c’è: dichiarare di aver cambiato confessione religiosa

Ed è proprio quello che ha fatto questa mamma, scrivendolo nero su bianco in una lettera consegnata alla scuola. A raccontare la storia, accaduta in una elementare ravennate, è il sito romagnamamma.it che parla di una giovane donna «diventata buddista» per evitare al bimbo di 9 anni l’ora di religione. «Mio figlio — racconta sul sito la donna — ha sempre mostrato un forte senso religioso, nonostante io e il padre fossimo atei. E così gli abbiamo dato la possibilità di scegliere. Ma già dalla fine dello scorso anno non era più molto interessato agli argomenti esposti. E quest’anno ci ha chiesto di cambiare, per lui la situazione era diventata pesante».

Immediata la reazione del ravennate Giovanni Paglia, parlamentare di Sel, che ha depositato un’interrogazione al ministero dell’Istruzione per chiedere «se il Ministro sia a conoscenza di altri simili casi e se non ritenga necessario innovare per via amministrativa interpretazioni restrittive della libertà individuale, garantendo a tutti di poter scegliere in qualsiasi momento se aderire o meno ad una facoltà come l’ora di religione». Paglia parla di «burocrazie incomprensibili e diritti negati». E aggiunge: «Non è possibile che non sia garantito un diritto supremo a livello costituzionale come la laicità». Continua: «Sembra inoltre che siano arrivate pressioni dalla Curia all’Ufficio scolastico competente affinché si rispettassero rigidamente i limiti temporali della circolare ministeriale, con ciò facendo supporre un intervento persuasivo di strutture ecclesiastiche nella lesione di questo diritto».

Sulla vicenda interviene Edera Fusconi, segretaria provinciale della Uil scuola. «E’ vero — spiega — che bisogna decidere se avvalersi o meno dell’ora di religione a febbraio, quando ci si iscrive. Farlo durante l’anno scolastico però diventerebbe complicato, perché è in base ai numeri derivanti da queste scelte che si forma l’organico, sia riferito agli insegnanti di religione, che a quelli dell’ora alternativa. Chi sceglie per l’anno successivo di non frequentare l’ora di religione può farlo, ma sempre segnalandolo entro la data di scadenza dell’iscrizione».