Caporalato nei vitigni, due rinvii a giudizio

Gli imputati avrebbero sfruttato dieci lavorato stranieri, pagandoli cinque euro l’ora. Per tutti le buste paga sarebbero state fittizie

Caporalato nei vitigni, due rinvii a giudizio

Caporalato nei vitigni, due rinvii a giudizio

Casi di caporalato anche nel nostro territorio: dieci persone lavoravano nei campi ricevendo un compenso di 5 euro l’ora. A portare alla luce questa situazione è stata l’indagine ’Operazione Spectrum’, coordinata dalla Procura e condotta dagli ispettori del lavoro di Ravenna, supportati da personale della Polizia di Stato; i fatti riguardano il periodo 2018-2020.

La verifica ha avuto avvio dal controllo stradale della polizia di due auto, guidate da due stranieri rivelatisi in seguito presunti caporali. Sarebbero stati loro a prelevavare all’alba presso un centro di accoglienza i lavoratori extra-Ue – privi di documenti - trasportandoli nei campi per la raccolta dell’uva in alcuni fondi agricoli della provincia. L’attività investigativa è preseguita in un vitigno, dove gli ispettori del lavoro e il personale della polizia hanno trovato al lavoro dieci operai di nazionalità afgana e bengalese, tutti richiedenti asilo, formalmente assunti da una ditta agricola intestata ad un cittadino extra-comunitario parente dei due presunti caporali, ma nei fatti utilizzati al 100% nella raccolta da un’azienda agricola italiana, tra cui uno completamente in nero. Nel corso delle indagini, gli ispettori hanno accertato che i lavoratori - controllati a vista dai caporali -, venivano pagati con una media di 5 euro in contanti all’ora, e in alcune circostanze uno dei presunti caporali tratteneva anche una quota dalla paga giornaliera.

L’attività degli ispettori ha evidenziato, inoltre, che ai lavoratori su loro insistenza veniva rilasciato un cedolino del tutto privo degli obbligatori dati salariali, contributivi e fiscali, da parte della fittizia ditta straniera, completamente sconosciuta all’erario. I presunti caporali, sono stati rinviati a giudizio per sfruttamento dei lavoratori e intermediazione illecita di manodopera.