
Con l’apertura delle strutture di assistenza e urgenza nessun decongestionamento dei Ps. Nel complesso i numeri fanno registrare una crescita delle persone prese in carico.
I dati del primo anno di attività del Cau di Ravenna, e dei primi sei mesi di quelli di Faenza e Lugo, parlano chiaro: con l’apertura dei Centri di assistenza e urgenza gli accessi dei codici bianchi e verdi ai Pronto Soccorso del territorio non sono diminuiti, anzi. Per quanto riguarda il dato provinciale, a fronte di 92.171 accessi al Pronto Soccorso nel 2023, nel 2024, con il Cau di Ravenna aperto il 22 gennaio, quello di Faenza aperto il 10 giugno e quello di Lugo in funzione dal 17 dello stesso mese, sono stati 94.614 (+2,7%). Nel complesso, tra Cau e Pronto Soccorso, gli accessi sono aumentati del 70,1%. Andando a vedere i dati scorporati, a Ravenna nell’anno dell’apertura del Cau al Cmp gli accessi al Pronto Soccorso sono passati da 49.017 a 49.700 (+1,4%). Nel complesso, tra Cau e Ps, gli accessi sono aumentati del 53,2%. A Lugo gli accessi al Pronto Soccorso nell’anno dell’apertura del Cau sono passati dai 20.650 del 2023 a 22.391 (+8,4%) con un aumento complessivo degli accessi tra Cau e Ps del 54,6%. È andata meglio per Faenza che comunque non ha visto ridursi gli accessi dei codici bianchi e verdi al Ps (22.523 rispetto ai 22.504 del 2023, +0,1%) con un aumento complessivo degli accessi tra Cau e Ps del 42,3%.
A commentare i dati è la consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini che conclude: "Alla fine, quello che ci aspettavamo è successo. I Cau, che avrebbero dovuto decongestionare i Pronto Soccorso dagli accessi dei casi meno gravi, si sono dimostrati una risposta inadeguata e un inutile impegno di personale. Questi numeri sono la dimostrazione di quanto questa riforma regionale dell’emergenza-urgenza sia nata male. Oltre a spendere risorse pubbliche e a distogliere personale dal ruolo di cura ai malati, si è perso tempo illudendo, con una propaganda trionfale, che l’istituzione dei Cau fosse in grado di dare risposte concrete ai cittadini. In un momento in cui de Pascale aumenta le tasse, il sistema sanitario si trova a prendere in carico una quota considerevole in più di pazienti. Per giunta a livello nazionale la nostra regione ha visto un peggioramento dei livelli essenziali di cure garantiti ai cittadini; quindi non si capisce quale sia il valore aggiunto dei Cau: non hanno svuotato i Pronto Soccorso dai codici di minore gravità, hanno aumentato i costi e sull’assistenza territoriale i Lea emiliano romagnoli si abbassano. È un corto circuito. Ora l’unica risposta è rappresentata da una riforma strutturale della sanità che guardi l’organizzazione sanitaria. C’è la necessità di aprire subito una nuova era di riforme coraggiose".