"Come gestire il verde pubblico?. Lo spiego nella mia tesi di laurea"

Il 27enne faentino Andrea Giunchedi è da poco dottore in Architettura del paesaggio a Genova "Per diminuire il rischio idrogeologico vanno individuate aree allagabili e una cassa di espansione".

"Come gestire il verde pubblico?. Lo spiego nella mia tesi di laurea"

"Come gestire il verde pubblico?. Lo spiego nella mia tesi di laurea"

Una tesi universitaria sul verde faentino nell’ottica di una migliore gestione del territorio. Andrea Giunchedi (nella foto con il sindaco Massimo Isola), 27enne faentino, recentemente ha conseguito la laurea in architettura del paesaggio all’Università di Genova con una tesi tutta incentrata sul verde di Faenza. "La tesi che ho elaborato – spiega Giunchedi – ha l’obiettivo di effettuare una profonda analisi del territorio della città e del suo contesto in modo da arrivare alla creazione di un ‘Piano degli spazi aperti’ del comune manfredo che vuole essere sì un ‘Piano del verde’ ma anche uno studio per dare indicazioni precise anche relativamente al territorio agricolo che rappresenta elemento fondamentale all’interno del tessuto comunale".

Il Piano degli spazi aperti sarà uno strumento operativo che consentirà coerente evidenza e ottimale gestione del patrimonio verde di una comunità inteso come sistema di elementi con diverse tipologie e funzioni con lo scopo di guidare uno sviluppo ordinato, coeso e sostenibile, della città in modo da unire la matrice antropica con quella ecologico-ambientale. "Il Piano si pone tre obiettivi: il miglioramento delle condizioni ecologico-ambientali del territorio, il coordinamento degli interventi di recupero e sviluppo del verde all’interno del comune e il miglioramento della sicurezza idrogeologica". Il Piano del verde è un documento obbligatorio che per legge deve essere redatto da ogni Comune. Il tema della dotazione di un Piano del verde per una municipalità è particolarmente attuale sia per adeguarsi alle normative di legge ma anche per fissare l’obiettivo di implementare la qualità del verde urbano, combattere quella che viene definita ‘isola di calore’, migliorare il microclima urbano e aumentare il benessere dei cittadini. La tesi di Giunchedi si è occupata anche degli ultimi eventi climatici, in particolar modo le alluvioni evidenziando quanto sia necessario adottare soluzioni che contrastino i cambiamenti climatici e soprattutto gli eventi estremi.

"L’area di studio del territorio di Faenza è molto interessante perché, oltre alla forte presenza del tessuto agricolo, del tessuto storico, dei fiumi che la attraversano, funge da cerniera tra la pianura e la collina che ha un sistema forestale e boschivo e dotato di altri aspetti naturalistici e ambientali da analizzare e poi successivamente da valorizzare. L’intervento riguarderebbe sia la parte delle infrastrutture blue (fiumi e canali) che quelle green (filari, aree naturali, gangli e tutto ciò che fa parte della rete ecologica). In particolare per le infrastrutture blue si andrebbero a ripristinare le scoline e i fossi per una migliore gestione delle acque a monte per una rinaturalizzazione e con l’inserimento di specie vegetali adatte nei canali della parte pianeggiante in modo da migliorare la gestione e il deflusso delle acque. Sempre a riguardo della gestione delle acque, si potrebbe diminuire il rischio idrogeologico con l’individuazione di una costellazione di aree ‘allagabili’ prima e dopo la città alle quali si dovrebbe aggiungere una cassa d’espansione localizzata a monte di Faenza".