"Con semplici sensori si monitora la loro salute"

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Roberto Pasi, apicoltore e titolare dell’azienda Beeing di Faenza: avete avuto problemi di avvelenamento di api di recente?

"No. Il rapporto tra apicoltori e agricoltori è sempre stato delicato perché ogni categoria deve pensare al benessere del proprio prodotto finale e non è così scontata una felice convivenza. C’è poi da dire che le api hanno un notevole raggio d’azione…".

Quale?

"Se non trovano cibo nelle vicinanze, entro un paio di chilometri, possono spostarsi fino a 7-8. Ne consegue che ogni arnia è al centro di un cerchio con diametro di 14 chilometri".

Se in prossimità ci sono coltivazioni intensive, bisogna fare attenzione?

"Sì, perché alto è il rischio di utilizzo di prodotti che possono provocare la morte di api. L’ideale è riuscire a instaurare un dialogo con l’agricoltore in modo da programmare i trattamenti in altri periodi o usare rimedi. Anche se fenomeni di avvelenamento sono stati in passato segnalati all’Associazione Apicoltori, bisogna essere cauti".

Perché?

"Bisogna distinguere tra apicoltori professionisti e hobbisti. Ai secondi potrebbe mancare l’esperienza per capire quale sia per esempio la causa di una morìa. Le api sono animali preziosi ma fragili, spesso vittima di malattie come peste o varroa capaci di sterminare interi alveari".

La sua è un’azienda innovativa. Quanto può aiutare la tecnologia?

"Si rivela preziosa nella salvaguardia della salute delle api. Anche con l’impiego di semplici sensori, si possono ottenere ottimi risultati".

r.b.