Coronavirus Ravenna, va a farsi sostituire la protesi per capelli. Multato un forlivese

Sospensione dell’attività per cinque giorni invece per un fiorista, già avvertito

Coronavirus Ravenna, va a farsi sostituire la protesi per capelli, multato un forlivese

Coronavirus Ravenna, va a farsi sostituire la protesi per capelli, multato un forlivese

Ravenna, 18 aprile 2020 - Il fiorista, e relativo cliente. E poi lo specialista di un centro che si occupa di trattamenti sulle protesi dei capelli, e relativo cliente. Decisamente quattro sanzioni singolari quelle che giovedì pomeriggio la polizia locale ha staccato alle porte del centro per altrettante persone. Per tutte, multa da 400 euro (280 se pagati entro trenta giorni) con l’accusa di avere violato il decreto anti Covid-19. Per il responsabile dell’esercizio commerciale e per quello dell’attività di servizi alla persona, la prefettura potrà decidere ulteriori misure fino a uno stop massimo di trenta giorni.

La prima sanzione ha riguardato il fiorista: l’uomo, già controllato in ragione di pregresse segnalazioni di cittadini, era stato avvertito. Nonostante ciò, altre segnalazioni hanno spinto gli agenti a una verifica mirata. E così in borghese i vigili si sono appostati su un’auto senza insegne armati di cellulare con telecamera accesa: e con quello, hanno documentato la contrattazione. Il cliente si è avvicinato alla porta, ha parlato all’indirizzo del fiorista e poi ha allungato qualcosa, probabilmente il danaro. Da ultimo il fiorista lo ha accompagnato dall’altra parte della strada dove gli ha consegnato un bouquet, concludendo l’acquisto.

Più articolata la questione dietro al caso delle protesi per capelli. Perché il 25 marzo scorso, cioè a emergenza sanitaria in atto, il centro aveva scritto al prefetto per chiedere un’apertura in deroga. In buona sostanza era stato rappresentato il fatto che le protesi, e la cute della testa a contato con esse, avessero bisogno di regolare trattamento ogni 15-20 giorni pena possibili conseguenze per la pelle. Una deroga che era stata chiesta per i soli casi urgenti e nel rispetto delle distanze previste dalle norme sanitarie anti-coronavirus.

Qualche giorno dopo la prefettura aveva precisato che le uniche attività possibili sulle protesi impiantate, sono quelle urgenti in quanto assimilabili a cure mediche. Ed ecco che si arriva all’altro pomeriggio quando un cliente è stato sorpreso nel centro. Chi lo ha ricevuto, ha spiegato in buona sostanza agli agenti che la protesi si era rotta e che si rischiava così di andare verso un grave disagio, pur in assenza di certificazioni mediche. Il cliente, un forlivese, da parte sua ha precisato che la sostituzione dei capelli era solo una questione estetica: per questo non aveva con sé certificazioni mediche. Uguale a multa.