
Lavori alla rete idrica in una foto di repertorio In alcune zone di campagna manca del tutto l’infrastruttura per l’allaccio
Non essere allacciati all’acquedotto e dipendere da un pozzo per l’acqua in casa. Questa è una realtà ancora oggi per diverse famiglie nel comune di Ravenna, tra le case sparse del forese. In questi casi il regolamento Atersir prevede che la realizzazione dell’infrastruttura per l’acquedotto sia per il 50% a carico del pubblico e per l’altro 50% dei privati, ma ora è in arrivo una novità: la quota del pubblico passerà al 70%, per andare incontro alle famiglie. Il Comune non sa di preciso quante sono le utenze non allacciate, ma sono 68 quelle che hanno richiesto informazioni e proposte per valutare l’intervento. Sono divise in dieci gruppi nelle aree territoriali di Castiglione, Roncalceci e San Pietro in Vincoli. Tra queste, un gruppo di Roncalceci ha accettato la proposta e sottoscritto la convenzione. I lavori verranno eseguiti da Hera.
Tra i gruppi ce n’è poi uno nelle vie Spadolaro e Bassa Urbina, tra Gambellara e San Pietro in Vincoli: tra coloro che ne fanno parte c’è Angela Durazzo.
Durazzo, da quanto tempo chiedete l’acqua potabile?
"Circa 40 anni".
In quanti siete?
"In questo momento direi 11".
Di recente il tema è tornato alla ribalta. Vi siete interessati?
"A ottobre 2023 l’amministrazione comunale ci ha contattati con un progetto. Molto esoso: dai 35mila ai 40mila euro a famiglia. E quindi abbiamo chiesto al Comune di venirci incontro. L’acqua è molto importante e oggi, in un paese vicino a una città come Ravenna in territorio pianeggiante, è un diritto a cui tutti dovrebbero poter accedere".
Vi siete demoralizzati?
"Sì. E abbiamo chiesto di abbassare il preventivo".
Come vi gestite ora?
"Abbiamo i classici pozzi di superficie. E, ad esempio, un paio di estati fa c’era chi doveva controllare se poteva farsi la doccia o no, perché non c’era acqua a sufficienza. E poi ci sono le situazioni più vicine al fiume, dove dopo l’alluvione dai rubinetti usciva acqua di colore molto scuro. Sono grossi problemi, anche perché il clima cambia e le falde si abbassano molto".
Ora è stato annunciato che il pubblico si accollerà il 70%
"Ci è stato detto in via ufficiosa, visto che non ci sono ancora le documentazioni consultabili. Chiaramente questo cambia molto le cose: rimangono cifre importanti, ma è sicuramente un passo avanti".
Avete avuto modo di confrontarvi da allora, come gruppo?
"Ci siamo confrontati col Comune a inizio settimana, e ci è stata data la notizia. Tra di noi però non c’è ancora stato un momento di incontro".
Se si fa il progetto e qualcuno decide di non entrarci cambiano i costi per gli altri aderenti?
"Sì: l’importo si alza per gli altri. E c’è un aspetto molto brutto che non capiamo come risolvere, e mi pare di capire che neanche il Comune abbia una risposta: se qualcuno decide di non fare parte del gruppo ma richiede l’acqua potabile una volta fatti i lavori, potrà accedervi al solo costo dell’allacciamento. E così diventa assurdo".
Sara Servadei