Fucile contro la moglie, salvata dalla sorella

Un 37enne albanese arrestato per tentato omicidio e maltrattamenti, la cognata ha afferrato la canna e lo sparo ha colpito il pavimento

Migration

Prima avrebbe tentato di soffocarla, stringendole le mani al collo. Poi ha imbracciato il fucile a canne mozze, irregolarmente detenuto, col quale altre volte l’avrebbe minacciata, e solo il tempestivo intervento della cognata, e sorella della vittima, avrebbe impedito che l’ennesima lite familiare innescata forse da un mix di droga e gelosia finisse in tragedia: la donna, con coraggio, è riuscita ad afferrare la canna del fucile, il colpo partito ha sfondato il pavimento. L’uomo è poi uscito in strada, ha esploso un secondo colpo a tera poi ha tentato di disfarsi dell’arma, che lui stesso più tardi ha consentito ai carabinieri di recuperare.

Da sabato scorso, quando si è consumato l’episodio in un’abitazione di via Viazza a San Michele, Ervis Rakipaj, 37enne albanese, è in carcere con le accuse di tentato omicidio, aggravato da premeditazione e rapporto di coniugio, e maltrattamenti in famiglia. I fatti sono stati così ricostruiti dai carabinieri di Godo. Sabato sera l’uomo, dopo il lavoro in un capannone in zona Bassette, ha comunicato alla moglie via whatsapp che sarebbe andato a bere una birra con gli amici. Rientrato intorno alle 2, l’ha svegliata, le ha sottratto il cellulare che teneva sotto il cuscino chiedendole di seguirlo in cucina. Qui la donna ha subito notato, appoggiato sul camino, il fucile e si è spaventata perché altre volte il marito l’aveva minacciata di morte. In casa era presente anche la sorella della donna, che le aveva chiesto ospitalità per alcuni giorni perché in fase di trasloco. Proprio alla cognata il 37enne ha chiesto conto di una chat col datore di lavoro della sorella, il quale diceva di essere a conoscenza della difficile situazione familiare e si era offerto di aiutarla in ragione delle conoscenze che ha nelle forze dell’ordine. Questo la moglie lo ha precisato nella successiva querela, ma sul momento non ha voluto dare spiegazioni al marito, che a quel punto ha reagito afferrandola per il collo e tentando di strangolarla. La sorella, che cercava di liberarla, è stata colpita con uno schiaffo che le ha procurato la rottura del timpano. L’albanese è poi corso a prendere e spostare il fucile su un mobile: "O mi dite la verità, o da qui non esce vivo nessuno", avrebbe detto. E la moglie: "Io cerco aiuto perché sono spaventata da te e questo signore mi sta aiutando con la polizia".

Ervis Rakipaj è andato su tutte le furie, prima ha lanciato una sedia e altri oggetti contro la consorte, poi ha imbracciato l’arma, armando il percussore e puntandogliela al torace a distanza di un metro e mezzo. Ha azionato il grilletto e la cognata, che si trovava accanto a lui, è riuscita ad afferrare la canna e a deviare il colpo a terra, che ha bucato il pavimento, restando ferita da alle gambe da schegge e pallini. Subito dopo l’uomo è scappato, ha esploso un altro colpo al suolo poi si è disfatto del fucile lanciandolo tra i rovi nella zona delle ferrovia. Rientrato in casa, quando ha aperto ai carabinieri, nel frattempo chiamati dalla cognata che si era chiusa in bagno, ha detto che non era successo nulla e che stava dormendo. Prima ha rifiutato di dare spiegazioni, addebitando quel buco nel pavimento a un vecchio danneggiamento, quindi ha condotto i militari nel luogo in cui si era disfatto del fucile, rinvenuto tra i cespugli. Durante la perquisizione sono stati recuperati anche una carabina ad aria compressa e una pistola revolver con matricola abrasa, nonché 136 cartucce calibro 12.

Nel suo capannone la Finanza ha trovato 500 grammi di marijuana, bilancini e materiale per il confezionamento. Nella denuncia la moglie ha riferito che, spostati dal 2013, si erano trasferiti in Italia nel 2017. Da un paio d’anni il marito avrebbe cominciato ad abusare di alcol e cocaina, costringendola a subire violenze fisiche per motivi di gelosia; violenze che non ha mai denunciato per paura ma che l’avevano spinta a rivolgersi a Linea Rosa. Il Pm Marilù Gattelli ha chiesto la convalida dell’arresto e il mantenimento della misura detentiva, il Gip Andrea Galanti si è riservato. L’uomo si è difeso sostenendo che il primo colpo è partito accidentalmente dopo che la cognata l’ha spinto, così il secondo mentre cercava di disfarsi dell’arma. Per il suo legale, avvocato Francesco Furnari, l’eventuale accusa di tentato omicidio va ricondotta al solo tentativo di strozzamento.

Lorenzo Priviato