
In due, un’addetta dell’obitorio di Lugo e il titolare di un’agenzia di pompe funebri del Faentino, ieri davanti al Gip Andrea Galanti in tribunale a Ravenna hanno reso spontanee dichiarazioni, mentre una terza, un’addetta dell’obitorio di Faenza, ha risposto alle domande del giudice, chiarendo la propria posizione e i rapporti con colleghi e operatori delle pompe funebri. Continuano a sfilare, per gli interrogatori di garanzia, gli indagati destinatari di misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta sul racket delle salme dove sei addetti degli obitori di Lugo e Faenza, insieme a titolari e dipendenti di 17 agenzie funebri della zona, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a reati corruttivi. Secondo i carabinieri del Nucleo Investigativo di Ravenna, gli addetto Ausl, in cambio di denaro da parte delle agenzie funebri, fornivano servizi che esulavano dai loro compiti (come la vestizione dei defunti) e segnalavano le cosiddette salme libere, per le quali i parenti non avevano ancora dato indicazioni. Le imprese potevano così risparmiare sul personale e beneficiare di soffiate a scapito della concorrenza.
Ieri davanti al Gip Galanti il 56enne che gestiva l’obitorio di Lugo, difeso dall’avvocato Claudio Cicognani, si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come una 49enne addetta dell’obitorio di Faenza, difesa dall’avvocato Luca Orsini. Entrambi ai domiciliari, hanno fatto ricorso al tribunale del Riesame di Bologna per chiedere la sostituzione della misura cautelare. Hanno invece scelto di rendere dichiarazioni spontanee una 48enne addetta dell’obitorio di Lugo, difesa dall’avvocato Giovanni Scudellari con l’avvocato Eleonora Raggi, e il 57enne titolare di un’agenzia di pompe funebri del Faentino, difeso dall’avvocato Andrea Visani. In particolare, quest’ultimo ha depositato una memoria e il suo assistito ha reso spontanee dichiarazioni, respingendo le accuse a suo carico. Anche per lui è stato presentato ricorso al Riesame per la revoca degli domiciliari. Per quanto riguarda la 48enne, difesa dall’avvocato Scudellari, la donna ieri davanti al giudice ha smentito vari punti di accusa indicati nell’ordinanza. La difesa confida che si sblocchi il prima possibile la misura dei domiciliari. Infine, una 50enne addetta dell’obitorio di Faenza, difesa dall’avvocato Enrico Ferri, ha risposto a diverse domande del giudice, chiarendo sia la propria posizione che i rapporti con colleghi e operatori delle pompe funebri. La donna confida in un prosieguo positivo della vicenda giudiziaria ed è serena. Intanto anche per lei è stata chiesta la revoca dei domiciliari o, in via subordinata, la sostituzione di questi con l’interdizione all’attività professionale.
Oggi davanti al Gip sfileranno nove titolari di onoranze funebri per i quali sono scattate interdizioni all’attività professionale tra 10 e 12 mesi. Sono tutelati dagli avvocati Andrea Visani, Fabrizio Capucci, Gianfranco Fiorentini, Davide Pezzi, Franco Randi e Barbara Liverani.
Milena Montefiori