Gaetano Manzoni, il diplomatico dimenticato

Domani 17 ottobre ricorrono i 150 anni dalla nascita. Lo storico Fabrizio Vistoli: "Mai nessuna celebrazione a Lugo, sua città natale"

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Il 17 ottobre 1871, esattamente 150 anni fa, nasceva a Lugo Gaetano Manzoni, diplomatico di spicco dell’Italia liberale e poi fascista. Rampollo di una delle più distinte famiglie della Bassa ravennate, era figlio di Giovan Battista (fu sindaco di Lugo in epoca crispina) e pronipote del bibliografo Giacomo, ministro delle Finanze della Repubblica Romana del ’49. Come osserva il ricercatore romano di origini conselicesi, Fabrizio Vistoli, "Manzoni è quasi del tutto sconosciuto nella città natale, che non ha ritenuto opportuno celebrarne i 70 anni dalla morte nel 2007 e nemmeno impegnarsi per commemorare la ricorrenza ultracentenaria. Una negligenza che sorprende, specie se commisurata alla sua notevole figura umana e professionale".

A restituire a Gaetano Manzoni la rilevanza che in molto ritengono meriti, sono stati alcuni recenti studi dello stesso Vistoli. "Fino a pochi anni fa – spiega il ricercatore – Manzoni non aveva trovato nella storiografia diplomatica un posto proporzionato ai ruoli di alta responsabilità che rivestì in alcuni periodi importanti e turbolenti della politica estera nazionale. Oggi, invece, la situazione è di gran lunga mutata". Grazie ad accurate ricerche in archivi pubblici e privati e al recupero di un consistente lotto di sue ‘carte private’, Vistoli è riuscito a ricostruire nel dettaglio l’intero arco dell’attività rappresentativa manzoniana. "Nato all’ombra della Rocca, - spiega Vistoli -- Manzoni conseguì la laurea in Giurisprudenza a Roma nel 1893. Intrapresa la carriera consolare, transitò in quella diplomatica, destinato in una decina di sedi estere: Salonicco, Alessandria d’Egitto, Cairo, Costantinopoli, Berna, Parigi, Rio de Janeiro, Atene e Londra. Ricoprì poi la carica di direttore generale degli Affari Politici al Ministero degli Esteri (1913-20) e quella di ministro plenipotenziario presso la Regia Legazione d’Italia a Belgrado (1920-22), finché, nominato ambasciatore e ristabilite le normali relazioni diplomatiche con la Russia sovietica, venne inviato da Mussolini a Mosca come primo rappresentante italiano presso il Governo dei Soviet. Morì il 14 agosto 1937 a Kandersteg in Svizzera". Sostenitore del prestigio italico in giro per il Globo, Gaetano Manzoni impersonò il prototipo del diplomatico perfetto. "Il suo personalissimo ‘stile d’azione’ – sottolinea Vistoli – ne fece uno dei funzionari ministeriali maggiormente stimati dai principali uomini di Stato del suo tempo. Oggi che la lacuna di conoscenza che gravava sulla persona e sul funzionario è stata colmata, pare giunto il momento di smentire il noto adagio che ‘nessuno è profeta in patria’, attraverso un’azione simbolica che, nel luogo d’origine, gli restituisca la dignità temporaneamente smarrita, pur se meritata ‘sul campo’".

Luigi Scardovi