"Giusto inserire ‘lavoro’ nel nome del Pd"

Il sindaco de Pascale sulla proposta di Lepore, sindaco di Bologna: "Sono d’accordo con lui, la sua proposta è interessante"

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"Non parlerei di cambiare nome al Pd, ma di inserire la parola ‘lavoro’. Secondo me aggiungere Lavoro a democratico ci starebbe, e ho spiegato cosa significa per me essere ‘partito del lavoro’". Il sindaco Michele de Pascale si pronuncia verso sera, dopo un dibattito interno che ha animato il Pd per tutta la giornata. Anche perché il rischio, quando poi si passa agli acronimi, è elevato. In nessun titolo di giornale ci starebbe "il Partito Democratico del Lavoro", ma l’abbreviazione diventerebbe PDdL che evoca, se vogliamo, il berlusconiano PdL, Popolo della Libertà. Sigle a parte, de Pascale commenta così: "Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, all’interno di un contributo molto interessante, ha proposto di cambiare nome al Pd inserendovi un chiaro riferimento al lavoro. Io sono molto d’accordo con lui, i tempi che stiamo attraversando credo abbiano davvero bisogno di una forza politica rinnovata che si identifichi fortemente con i valori della Democrazia e del Lavoro e che abbia come priorità la difesa del lavoro che c’è, la creazione di quello che manca e la pretesa che sia quello vecchio che quello nuovo siano equamente retribuiti, stabili, sani e sicuri".

Fuori dalle dichiarazioni ufficiali, de Pascale spiega che "vale anche per la transizione che deve essere giusta e non recessiva". Nella nota diffusa, il sindaco di Ravenna afferma che "la forza politica di cui avremmo bisogno dovrebbe avere anche il coraggio di guardare alle due transizioni ineludibili, quella ecologica e quella digitale, con gli occhi concreti e giusti dei lavoratori e delle lavoratrici di oggi e di domani e non con quelli, radicati anche a sinistra, del ‘tutto, subito e a qualunque costo sociale’." In serata interviene Andrea Corsini, probabilmente l’assessore regionale in questo momento più vicino a Bonaccini, in corsa per la segreteria Pd: "Il tema del nome non mi appassiona, dobbiamo però tornare a mettere al centro il tema dei lavori, non solo del lavoro dipendente. Non possiamo non occuparci di partite Iva, autonomi che vivono una condizione di grave sofferenza e anche di investimenti imprenditoriali che creino nuovo lavoro".

Lo. Tazz.