
Il giorno dopo l’incidente la donna aveva raccontato tutto ai carabinieri (foto d'archivio)
La sua auto era finita in un fossato laterale il 19 gennaio scorso tra Sarna e Brisighella. Una strada insidiosa visto che è costellata pure da diversi precipizi. La prognosi modesta rimediata dalla guidatrice - 5 giorni - potrebbe indurre a pensare che le fosse andata bene. Ma quanto accaduto nel primo pomeriggio di quel giorno, non era stato un incidente stradale: almeno secondo la procura, si era trattato di un tentato omicidio aggravato. Proprio così: sull’auto finita fuori strada c’era infatti la consorte del 48enne del comprensorio faentino alla guida dell’auto che - secondo l’accusa - l’aveva intenzionalmente spinta fuori strada.
Arresto e provvedimenti legali
Tanto che martedì sera l’uomo - un tecnico impiantista - è stato arrestato a Brescia, dove si trovava per lavoro, in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Janos Barlotti su richiesta del pm Angela Scorza.
L’interrogatorio di garanzia del 48enne - difeso dagli avvocati Lorenzo Valgimigli, Alice Rondinini ed Elena Bianconcini - è stato fissato per venerdì mattina davanti allo stesso gip che ha deciso per la misura restrittiva. Non è escluso che il diretto interessato decida nell’occasione di parlare fornendo quella che potrebbe essere una plausibile chiave difensiva: ovvero che si era trattato di un incidente stradale a tutti gli effetti dato che lui aveva toccato senza volere la vettura della consorte.
Relazione e dinamiche personali
Secondo le verifiche dei carabinieri della Compagnia di Faenza - gli stessi che hanno notificato la misura -, la relazione tra il 48enne e la donna era stata segnata da alti e bassi. Nel dicembre scorso c’era stata una riappacificazione dopo anni di crisi e tensioni. Tuttavia sembra che già la sera prima dei fatti - era di sabato - una discussione avesse spinto lei a rinunciare a una uscita con le amiche. E che il giorno dopo lui, adducendo una scusa, si fosse presentato al cospetto di lei - forse per gelosia - mentre si trovava a pranzo con una parente.
Il resto è accaduto nel viaggio di ritorno: lui l’aveva sorpassata a velocità sostenuta e - prosegue l’accusa - l’aveva urtata sulla fiancata tagliandole infine la strada. Poi aveva chiamato il carro attrezzi e l’aveva accompagnata in ospedale.
Neanche ai medici la donna aveva raccontato quello che dopo qualche giorno avrebbe riferito ai carabinieri: ovvero che si era ferita non a causa di un incidente stradale ma per un atto intenzionale del marito.