
Ieri l’interrogatorio di garanzia dell’infermiere arrestato per violenza sessuale in una clinica di Riolo Terme, la difesa chiede i domiciliari
Si è svolto ieri mattina l’interrogatorio di garanzia dell’infermiere 36enne arrestato con l’accusa di violenza sessuale su una paziente poco più che ventenne, ospite della struttura protetta Villa Azzurra di Riolo Terme. Davanti al gip Janos Barlotti e al pm Stefano Stargiotti, l’indagato, assistito dal proprio avvocato difensore, ha ammesso che vi è stato un rapporto con la giovane, ma ha escluso categoricamente la violenza, sostenendo che si è trattato di un rapporto consensuale.
"È stata lei la prima a baciarmi", ha dichiarato, aggiungendo che da quel gesto ha dedotto il consenso. In seguito a queste dichiarazioni, la procura ha avviato nuovi accertamenti per verificare la veridicità della versione fornita dall’infermiere.
Nel frattempo, il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta del difensore, avvocato Pietro Chianese, di concedere gli arresti domiciliari al 36enne, una decisione che arriverà nei prossimi giorni. L’uomo, incensurato e originario del Sud Italia, era stato arrestato nei giorni scorsi in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Barlotti con l’accusa di avere violentato a fine 2024 una paziente poco più che ventenne originaria del Milanese all’interno della struttura protetta di Riolo Terme.
La misura restrittiva era stata notificata al diretto interessato all’alba dai carabinieri della Stazione di Riolo Terme e del nucleo Operativo della Compagnia di Faenza. Per quanto finora emerso, secondo le verifiche dell’Arma coordinate dalla procura, il 36enne, approfittando della propria funzione e della fragilità della paziente, avrebbe abusato della ragazza all’interno della clinica dove la ventenne in quel momento era ricoverata. Il 36enne si trova ora in carcere a Ravenna.
Sul suo conto erano giunte varie segnalazioni tanto che sono in corso ulteriori verifiche per capire se possano esserci stati altri casi sospetti all’interno della stessa clinica. Da parte sua la struttura ha garantito agli inquirenti la massima collaborazione per chiarire le condotte del proprio dipendente.