"I fossili del Malmerendi dipinti sul muro"

Il ’writer’ veneto Simone Carraro è impegnato nella realizzazione di opere che raffigurano reperti del museo faentino

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Cambia volto la piazzetta su cui si affacciano il museo Malmerendi e il suo giardino botanico. Da ieri è infatti all’opera il writer veneziano Simone Carraro, che di qui a sabato tornerà a far vivere – disseminati lungo tutta la parete perimetrale che separa il giardino dalla piazzetta – alcuni dei fossili ospitati nelle sale del museo, affiancandoli ad esemplari della flora e della fauna locale. Il cranio di un orso preistorico – il cui fossile ha sedotto Carraro alla prima occhiata – è stato il primo a vedere la luce. Al suo fianco è già approdato il fossile di una cernia – il nome d’arte di Carraro non per nulla è ‘Banco ittico’ – mentre poco più in là stanno prendendo forma le sagome di alcuni volatili del genere Coturnix, comuni lungo l’Appennino. Completeranno la serie, rivela Carraro, "delle foglie di quercia, uno scoiattolo e la riproduzione di alcuni degli insetti che abitano gli alberi del giardino botanico". La nuova veste della piazzetta da cui si accede al museo di scienze naturali e al giardino botanico è il primo passo della rassegna museOpen: quindici appuntamenti in calendario da sabato fino a dicembre, fra i quali dibattiti, proiezioni cinematografiche, laboratori didattici e approfondimenti scientifici, che avranno come trait d’union la ricerca sull’ambiente naturale e su quello culturale frequentato dall’uomo.

Il progetto, elaborato dall’associazione Fatti d’Arte, guidata da Veronica Bassani ed Angela Molari (e realizzato in partenariato con il Gruppo speleologico faentino, grazie al finanziamento della Regione tramine Ibc), esordirà sabato 24, alle 18, con una performance multidimensionale, che vedrà la videoarte di Giulia Vanzini dialogare con il sound elettronico di Lorenzo ‘Sunbernardo’ Travaglini. Note composte unicamente a partire da suoni registrati nel giardino botanico, come fruscii di foglie, calpestii e voci degli animali. Domenica seguirà invece ‘L’atelier dei suoni’, un laboratorio di "provocazioni sonore" dedicato ai più piccoli. Fra gli altri appuntamenti, da segnalare un dialogo filosofico sull’Antropocene, sabato 7 novembre, e la performance ‘Su i nostri volti silvani’, un racconto di parole e movimento intorno ad alcuni alberi presenti nel giardino botanico, a cura della compagnia Iris Danza (il 21 novembre). Sabato 28 novembre verrà proiettato il documentario ‘Punto di non ritorno – Before the flood’, prodotto da Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese. In programma anche percorsi sensoriali, laboratori dedicati all’argilla e al riuso, un’esplorazione urbana nell’ambiente del Malmerendi, dei focus sui reperti fossili ospitati nel museo, ed eventi dedicati alla fauna invertebrata e alle cicogne, una cui popolazione è da decenni ospitata a Faenza, al punto che molti cittadini ignorano la natura migratoria della specie. Anche il giardino botanico compirà un ulteriore passo sulla scia della riqualificazione cominciata una decina di anni fa: verranno infatti restaurate le targhette che accompagnano ciascuna delle specie arboree presenti nell’area verde. Il nome latino della pianta, quello italiano e la sua area di provenienza saranno affiancati da un qr-code che consentirà al visitatore, grazie ad un’apposita app, di sapere di più sulle singole specie, oltre che di visitare il giardino anche solo virtualmente. Gli eventi di MuseOpen sono gratuiti: in osservanza al distanziamento sociale è necessario prenotare (370.3384441 o museopenfaenza@gmail.com).

Filippo Donati