
L’ormai ex consigliere comunale di FdI a Faenza nel video pubblicato su Facebook
La corsa alle amministrative 2026 perde già ora uno dei suoi protagonisti più attesi: Stefano Bertozzi, capogruppo a Palazzo Manfredi per Fratelli d’Italia, ha deciso di rassegnare le dimissioni da consigliere comunale. La scelta, benché le frustrazioni di Bertozzi nei confronti del direttivo ravennate di Fratelli d’Italia e del consigliere regionale Alberto Ferrero fossero note, è giunta come un fulmine a ciel sereno. Con un lungo video pubblicato su Facebook, il consigliere – un veterano della politica, eletto una prima volta a Riolo Terme negli anni ‘90, e nel 2020 nel consiglio comunale faentino, dove i suoi interventi in tema di bilancio erano considerati l’unica vera spina nel fianco della sinistra – ha spiegato le ragioni del suo addio al partito guidato da Giorgia Meloni. "Tutto nasce in coincidenza delle elezioni regionali – racconta Bertozzi, raggiunto telefonicamente –. La mia candidatura fu tenuta in sospeso per oltre un mese, durante il quale non potei fare campagna elettorale. Mi fu impedito l’accesso alle liste degli iscritti provinciali, nonostante abbia ragione di credere, in ragione delle mail arrivate ai militanti, che qualcun altro le abbia ottenute". E non è tutto: "A me è stato impedito di fare campagna elettorale a Ravenna, mentre altri candidati di Fratelli d’Italia hanno invece avuto mano libera nel cercare voti nella Romagna faentina. Sono perfino state raccontate storie non vere, quale quella secondo cui io sarei stato un elettore infedele al tempo delle ultime provinciali. Insomma, si è fatto di tutto per far eleggere il candidato scelto dalla dirigenza del partito (il segretario ravennate Alberto Ferrero, ndr): le stesse logiche ‘bulgare’ che abbiamo sempre imputato al Pd. Per questo non posso che andarmene". A Palazzo Manfredi lo sostituirà probabilmente Andrea Monti, considerato parte dell’ala più a destra del partito.
Bertozzi ha poi sollevato critiche anche alla gestione della ricostruzione post-alluvionale guidata dalla regione: "In fatto di delocalizzazioni e opere di messa in sicurezza ci sono troppe risposte non date. Si sta precipitando verso una delocalizzazione di fatto di chi abita in zone a rischio, che altro non è che un ‘si salvi chi può’. Chi ha le risorse compra casa altrove e lascia spopolato un pezzo di territorio, chi non le ha si deve rassegnare a una vita da alluvionato". Il 52enne ormai ex consigliere non ha risparmiato critiche ai colleghi di opposizione ("c’è chi mercanteggia il proprio ritorno nell’alveo del centrosinistra") ma anche al governo Meloni e alla maggioranza parlamentare: "Il 40% dei voti per eleggere un sindaco al primo turno sarebbe un consegnare la Romagna al Pd per l’eternità, e io non posso accettarlo". Bertozzi lascerà la politica: "Escludo di poter militare in un partito diverso da Fratelli d’Italia. Ho cercato di convivere con le slealtà che mi sono state inflitte, ma non ce la faccio. E allora lascio".
Filippo Donati