FRANCO
Cronaca

Il forzuto del cinema. Luciano Albertini, l’attore dimenticato

Il lughese morì nell’oblio il 6 gennaio di 80 anni fa: nato come ginnasta, portò sullo schermo le figure mitiche di Frankenstein, Sansone e Maciste.

Una foto di scena di Francesco Vespignani, a sinistra uno scatto che mette in evidenza il fisico scultoreo. Girò solo un film sonoro, gli altri erano privi di audio

Una foto di scena di Francesco Vespignani, a sinistra uno scatto che mette in evidenza il fisico scultoreo. Girò solo un film sonoro, gli altri erano privi di audio

Gàbici

Se ne andava proprio ottant’anni fa, e oggi è giusto ricordarlo. Fra i lughesi illustri merita un posto speciale Francesco Vespignani che sotto lo pseudonimo di Luciano Albertini si guadagnò una certa fama ai primi del Novecento per aver portato sullo schermo personaggi mitici come Frankenstein, Sansone e Maciste. Questo ’forzuto dello schermo’, che Mario Quargnolo definì "un grosso fenomeno spettacolare", moriva ottant’anni fa solo e dimenticato in un ospedale psichiatrico di Budrio il 6 gennaio del 1945 a sessantatrè anni (era nato a Lugo il 30 novembre 1882).

Fin da ragazzo mostrò particolari inclinazioni per lo sport e la ginnastica come dimostra la sua appartenenza alla società ginnica forlivese ’Virtus’. Conseguito il diploma in una scuola tecnica, Albertini si imbarcò come mozzo su una nave della regia Marina quindi passò in Francia dove ritornerà alla ginnastica nella scuola Pechin di Lione. Sfruttando le sue qualità di ginnasta entrò a far parte del circo equestre tedesco Paul Busch dove conobbe la moglie Domenica Meirone e dove creò la ’Troupe Albertini’, otto trapezisti che per la prima volta eseguirono la ’spirale della morte’ definita come "il colmo dell’audacia e degli spettacoli sensazionali".

Le sue qualità di ginnasta spericolato incuriosirono il cinema e dopo una piccola parte nel film ’Spartaco’ (1913) nel 1917 girò il suo primo film da protagonista ’La spirale della morte’ il cui titolo richiamava la famosa acrobazia inventata sotto il tendone del circo. Albertini dette il nome anche a una casa cinematografica, la ’Albertini film’, sotto la cui etichetta uscirono una ventina di film che, seguendo la moda del tempo, terminavano con situazioni mozzafiato sempre con Albertini protagonista.

Nel 1921 troviamo Albertini con Umberto Guarracino in quello che è considerato il primo film horror italiano ’Il mostro di Frankenstein’. Interessante anche il film ’Sansone e la ladra di atleti’ (1919) dove Albertini recita a fianco dell’asso del ciclismo Costante Girardengo. Albertini dimostrò anche qualità drammatiche nel film ’Il ponte dei sospiri’ (1921) che tenne cartello per una decina di anni. ’Hanno pignorato mia moglie’ (1932) è stato il suo unico film sonoro.

Concludiamo con una curiosità. Giovanni Baldini ricorda in un suo articolo che l’attore nacque a Lugo da Domenico e Maria Nenci in corso Mazzini (all’epoca via Brozzi) e che nella stessa strada nacquero le cugine Rosa e Iolanda Gordini rispettivamente mogli di Gino Cervi e di Mario Borsalino, quello del cappellificio. E a proposito di cappelli Baldini ci informa che il babbo di Albertini faceva il cappellaio.