Nella vecchia Romagna, con la mezzadria, i contadini avevano il mito di diventare proprietari di un podere per sentirsi finalmente ‘padroni’ e poter "campêr de su" (vivere del proprio). Diceva il proverbio: "L’è mèj ësar padrôn dla cariöla che sarvitôr de car" (È meglio essere padrone della carriola che servitore del carro). E anche: "L’è mèj ësar un padrôn mêgar ch’n’è un garzôn gras" (È meglio essere un padrone magro che un garzone grasso), pure se in passato non si sono mai visti padroni magri e garzoni grassi, anzi era il contrario. Di chi non possedeva nulla, ma si dava arie da padrone, veniva schernito come "Padrôn di pré sghé e del vegn vidmêdi" (Padrone dei prati già segati e delle vigne già vendemmiate).
CronacaIl mito di vivere da padrone