VALERIA BELLANTE
Cronaca

Individuare subito i tumori. Ogni anno controlli di prevenzione per oltre 120mila persone

Tanti sono coloro che vengono contattati. Lo screening del colon-retto è quello con meno adesioni: solo il 50%

Tanti sono coloro che vengono contattati. Lo screening del colon-retto è quello con meno adesioni: solo il 50%

Tanti sono coloro che vengono contattati. Lo screening del colon-retto è quello con meno adesioni: solo il 50%

Screening, diagnosi di tumori, controlli senologici: il Centro di prevenzione oncologica (Cpo) è un importante punto di riferimento nella provincia di Ravenna da oltre 50 anni. Nelle tre sedi di Ravenna, Faenza e Lugo l’attività di prevenzione si svolge in modo trasversale coinvolgendo una rete di soggetti: dai consultori, agli ospedali, alle farmacie, ai medici di famiglia. Anche le associazioni di volontariato hanno un ruolo fondamentale: "Individuano attentamente i bisogni della comunità stando a stretto contatto con i cittadini: nel 2023 hanno permesso la donazione di quattro nuovi ecografi più moderni e performanti" così spiega la dottoressa Dolores Santini, responsabile dell’unità di prevenzione oncologica, che ringrazia le associazioni coinvolte.

Ogni anno sono circa 120 mila le persone contattate dal Cpo per sottoporsi ai tre principali test di screening allo scopo di individuare precocemente eventuali tumori: "Per lo screening mammografico chiamiamo le donne tra i 45 e i 74 anni, per lo screening cervicale le donne tra i 25 e i 64 anni e per lo screening del colon-retto donne e uomini di età compresa tra 50 e 69 anni, ma dal 2025 estenderemo gradualmente il test fino ai 74 anni. L’adesione della popolazione nella provincia di Ravenna è tra le più alte in regione sfiorando l’80% per i primi due tipi di screening, mentre per lo screening per il tumore del colon-retto si attesta poco sopra al 50%. Rimaniamo comunque sopra la media regionale e nazionale, ma l’obiettivo per una buona prevenzione sarebbe arrivare oltre il 60%. Ci siamo interrogati a lungo sul perché le persone non aderissero a questo ultimo screening: si tratta di un semplice esame delle feci che si fa a casa senza appuntamenti, bisogna solo ritirare la provetta e riconsegnarla in uno dei numerosi punti di raccolta. Probabilmente ne viene sottovalutata l’importanza, quando invece i dati ci dicono che si tratta di uno strumento fondamentale perché identifica eventuali tracce di sangue nelle feci, sintomo dei tumori intestinali anche negli stadi iniziali. Un altro motivo è il timore della colonscopia, ma si tratta di un esame che negli anni sta diventando sempre meno invasivo, si fa solo se il test delle feci risulta positivo e il paziente viene sedato. Per cercare una soluzione alla scarsa adesione abbiamo fatto partire il progetto ‘Tutti per uno’, con cui diamo la provetta necessaria alla raccolta delle feci direttamente a chi si sottopone agli altri due screening. Abbiamo notato una risposta positiva che ci fa ben sperare".

L’invito a sottoporsi agli esami avviene sia tramite lettera che con sms e comunicazione su fascicolo elettronico: "In questo modo siamo più sicuri che in un modo o nell’altro la persona è stata avvisata della possibilità di sottoporsi agli screening che sono tutti gratuiti. In più mandiamo un sms tre giorni prima per ricordare l’appuntamento". In caso di positività ai test gli operatori contattano l’interessato per fare esami detti di secondo livello e si giunge a una diagnosi, dopo di che il paziente viene seguito dal Cpo durante il periodo di cure e anche nel follow-up, ovvero la fase successiva alla guarigione. "Ci impegniamo quotidianamente affinché chi si rivolge a noi non si senta abbandonato, a questo scopo è molto importante la figura dell’infermiere case-manager che fornisce i propri contatti al paziente ed è sempre a disposizione per qualsiasi dubbio, chiarimento o informazione in tutti i passaggi del percorso terapeutico".