Faenza, insulti al sindaco su Fb. Scuse dei ragazzi e 15 ore di volontariato

Sulla bacheca del primo cittadino si era scatenato il putiferio, dopo la decisione di tenere aperte le scuole durante la neve. Gli 'haters' accettano di fare 15 ore di lavoro con anziani e disabili

il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi

il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi

Faenza, 24 aprile 2018 - Insulti al sindaco su Facebook, gli 'haters' accolgono l'invito al chiarimento. Oltre alle scuse i ragazzi e le loro famiglie hanno accettato di svolgere 15 ore di volontariato sociale come gesto di riparazione nei confronti della città.

Il tutto era nato il 26 fabbraio di quest'anno quando il primo cittadino di Faenza, Giovanni Malpezzi, malgrado la giornata di neve decise, al contrario di altri colleghi a lasciare aperta la scuola. Sulla 'bacheca' ufficiale di Facebook del sindaco si scatenò il putiferio; non solo commenti negativi ma veri e propri insulti, alcuni davvero pesanti, e in un caso anche una bestemmia.

Malpezzi non ci stette alla cosa e piuttosto che denunciare gli haters, così vengono definiti chi dietro una tastiera offende personaggi noti, invio una nota a tutte le scuole del faentino. Con quella in estrema sintesi il primo cittadino di Faenza chiedeva alle famiglie dei minorenni e ai ragazzi maggiorenni che avevano insultato l'Istituzione di sindaco, di incontrarlo entro una data prestabilita pena l'inoltro alla Procura delle gravissime offese.

Una mossa che ha spiazzato un po' tutti: eppure piano piano, attraverso i genitori, i ragazzi cominciarono a contattare la segreteria di Malpezzi. Da lì sono partiti gli appuntamenti con famiglie e ragazzi. Venticinque colloqui con altrettanti ragazzi a cui ha fatto seguito la proposta di quindici ore di volontariato sociale ciascuno, da svolgersi tra maggio e settembre in strutture per disabili o anziani non autosufficienti, in collaborazione con alcune realtà associative che operano in città.

«L'invito al confronto - commentato il sindaco Giovanni Malpezzi dopo gli incontri- è stato raccolto quasi immediatamente da buona parte dei ragazzi e dei loro genitori. Durante i singoli colloqui a cui ho voluto fossero presenti l'assessore alle politiche educative Simona Sangiorgi e il comandante della polizia locale Paolo Ravaioli. Tutti i ragazzi hanno ammesso lo sbaglio e accettato spontaneamente la proposta di un periodo di volontariato in strutture per disabili o anziani non autosufficienti come risarcimento simbolico nei confronti della comunità. Dopo la censura di certi comportamenti è giusto dare ora atto a questi ragazzi di essersi assunti le proprie responsabilità, senza cercare scuse».

«Verrebbe da dire che non tutto il male vien per nuocere - prosegue Malpezzi - ma ammetto di essere ancora sorpreso dalla tanta attenzione che si è creata sulla vicenda. Ho ricevuto chiamate, messaggi ed email di sostegno un po' da tutta Italia. In fondo quello di voler parlare e confrontarmi con i ragazzi è stato il gesto naturale di chi non può accettare impotente che maleducazione e totale mancanza di rispetto prendano il sopravvento. Vale per la responsabilità che riveste un sindaco, ma vale per tutti. Ognuno di noi ha precise responsabilità educative non derogabili, ad iniziare dalla famiglia e nel proprio lavoro. Come ci raccontano gli episodi di bullismo nelle scuole di questi giorni e come dimostrato anche nel recente Festival Comunità Educante che si è svolto a Faenza, recuperare questa consapevolezza è senza dubbio una delle sfide più importanti che ci attendono».