La drogò e la violentò, 6 anni e 6 mesi

Il collegio ha anche deciso che l’uomo, un 31enne di origine ucraina, dovrà pagare 15mila euro di risarcimento

È stato condannato a 6 anni e 6 mesi, con pagamento di un risarcimento danni di 15mila euro, un 31enne di origine straniera riconosciuto colpevole di violenza sessuale contro una connazionale di qualche anno più giovane, dopo averla drogata a sua insaputa e fatta bere in occasione della notte rosa di tre anni fa. L’uomo è stato riconosciuto colpevole anche di sequestro di persona per avere chiuso la ragazza in una stanza di un hotel di Cervia per stuprarla. E pure di danneggiamento per averle distrutto il cellulare per impedirle di chiamare aiuto. Il collegio penale, presieduto dal giudice Cecilia Calandra, ieri mattina ha accolto la richiesta del pm Daniele Barberini (che aveva chiesto 6 anni e 6 mesi di pena, ndr), oltre a condannare il 31enne, difeso d’ufficio dall’avvocato Eleonora Sgrò, al pagamento di un risarcimento danni di 15mila euro (la parte civile con l’avvocato Giuliano Lelli Mami ne aveva chiesti 20mila, ndr) e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da uffici che prevedano amministrazione di sostegno.

L’episodio al centro del processo risale all’8 luglio 2018. Inizialmente il fascicolo sembrava destinato ad archiviazione a causa di alcune possibili discrepanze nella versione fornita dalla ragazza. Il suo avvocato si era tuttavia opposto ottenendo dal giudice un’imputazione coatta. Così la giovane a gennaio in aula aveva in buona sostanza ribadito tutte le accuse a suo tempo mosse a verbale contro il connazionale. Quella notte – siamo al 7 luglio – l’uomo l’aveva invitata in una discoteca di Milano Marittima. Una volta dentro, i due avevano bevuto un drink poi erano passati in un altro locale rivierasco dove, dopo vari drink, lui le aveva offerto uno spinello. A fine serata una volta entrata nell’auto di lui per rincasare, la ragazza aveva perso coscienza cadendo in uno stato di torpore andato avanti per circa tre ore. Non colpa dello spinello: ma, a suo avviso, probabilmente a causa della cosiddetta droga dello stupro (Ghb) che lui le avrebbe infilato in un drink. E quando verso le 6.30 si era ripresa, si era ritrovata in quella stanza d’hotel convinta tuttavia di essere ancora in discoteca. I successivi messaggi inviati da lui tramite whatsapp, secondo la giovane confermavano quanto accaduto contro la sua volontà. Ieri è arrivata la condanna del collegio penale che ha riconosciuto colpevole il 31enne.