
Il canto non era stato eseguito durante la cerimonia in piazza. Così alcuni dei presenti si sono lamentati e l’hanno intonato.
Non c’è 25 aprile senza ’Bella ciao’. E la folla di persone che ieri mattina ha gremito piazza del Popolo a Ravenna per le celebrazioni della Liberazione dal nazifascismo lo ha fatto capire molto bene tra proteste e strofe del canto popolare dedicato alla Resistenza, intonato senza musica. Sì, perché chi doveva suonare, ovvero la banda cittadina di Ravenna, dopo aver eseguito le canzoni previste dal cerimoniale, stava lasciando la piazza. A quel punto personale del Comune ha richiamato i musicisti e l’appuntamento nel cuore della città è terminato con una doppia esecuzione di ‘Bella ciao’ e la marcia ‘Ravenna’, con tanto di foto della banda con il prefetto Raffaele Ricciardi e il sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia.
Le due autorità, insieme ad Alice Casadei dell’Anpi, sono intervenute alla cerimonia che, visto il lutto per la morte del Papa, doveva essere sobria. Una definizione che ha lasciato spazio alle interpretazioni e da qui è nata probabilmente una sorta di confusione. "Al contrario degli scorsi anni – spiega il vicepresidente della banda musicale cittadina di Ravenna, Andrea Pescosolido –, siamo entrati senza rullo di tamburi e abbiamo eseguito la canzone del Piave durante la deposizione delle corone, l’inno di Mameli e ‘Il silenzio’. Poi, una volta terminata la cerimonia, ci siamo fermati e siamo andati via". A quel punto si è accesa la protesta dei presenti con un ragazzo che ha iniziato a urlare, chiedendo ‘Bella ciao’: "Vergognatevi, mio nonno è stato massacrato dai fascisti, è un’ingiustizia". Le persone lo hanno applaudito e hanno iniziato a intonare il canto senza musica perché la banda se n’era andata. Poco più tardi, però, i musicisti sono tornati in piazza e hanno suonato il canto, con cori e richieste di bis da parte dei presenti. Insomma, all’origine della iniziale mancata esecuzione del canto della Resistenza ci sarebbe stata confusione legata alle indicazioni di sobrietà della cerimonia, visto che non risulta che ci fossero divieti all’esecuzione di ‘Bella ciao’.
Su quanto accaduto è intervenuto Alberto Ancarani, capogruppo in consiglio comunale e capolista alle elezioni amministrative di Forza Italia. "Faccio anche io parte di coloro che trovano singolare che le celebrazioni per la festa della Liberazione di quest’anno debbano svolgersi in maniera “sobria” a causa del lutto nazionale in corso – ha scritto in una nota –. Mi rende ancora più perplesso il fatto che la sobrietà possa essere posta in essere impedendo l’esecuzione di una canzone divenuta simbolo non di una memoria condivisa ma di una parte politica, ovvero ‘Bella ciao!’. L’errore non è quindi quello di aver ritenuto di non farla suonare, salvo in qualche modo pentirsene e farla eseguire due volte, bensì l’aver creato l’aspettativa che “si debba suonare per forza” come se specificamente quella canzone fosse un patrimonio condiviso". Ancarani ha puntato il dito anche contro l’intervento dell’Anpi alla cerimonia del 25 aprile, definito "un’altra stortura sempre più inaccettabile".
Milena Montefiori