
I cittadini mostrano il progetto della variante che contestano (Zani)
Sono una sessantina le persone sul piede di guerra a Mezzano, dove è stato costituito un Comitato residenti per protestare contro il progetto di variante alla strada statale 16 Adriatica redatto da Anas. "Si tratta di una scelta dannosa per il territorio", dicono i componenti del comitato, concentrati nell’area di via Sorboli e via Traversa. L’ultimo incontro con gli amministratori comunali è dell’8 agosto scorso, poi da allora più nulla. "Ci è stato detto dagli amministratori che avrebbero scritto ad Anas", raccontano, speranzosi che, visto il periodo di campagna elettorale, dal municipio qualcuno sia disposto ad ascoltare la loro voce. "Vivere qui – dicono –, è stata per noi una scelta che, se da un lato comporta sacrifici, rendendo più difficoltoso l’accesso ai servizi (negozi, uffici, mezzi pubblici), dall’altro rende possibile uno stile di vita rispettoso dell’ambiente che amiamo, ma che verrebbe alterato irreparabilmente dalla variante così come prevista. La nostra è un’area in cui un’agricoltura essenziale e rispettosa del paesaggio naturale ha visto ripopolare i luoghi da una fauna che sembrava ormai scomparsa, luoghi in cui sono tornate a nidificare le upupe, i picchi, i pettirossi e le poiane. Vi sono anche gli scoiattoli che si possono vedere facendo una passeggiata nella zona. Vi si pratica l’apicoltura ed è presente un allevamento “al pascolo” di selvaggina e avicoli in un ambiente naturale, ottenendo prodotti di qualità".
Un equilibrio che verrebbe sconvolto dal passaggio della variante dell’Adriatica. La sua costruzione, così come prevista, "distruggerebbe la biodiversità locale e comprometterebbe irreversibilmente l’attuale ecosistema, rovinando suolo, aria, acqua, cibo e cementificando un’oasi naturale immersa nel silenzio. Colpirebbe e smembrerebbe una comunità che vive di agricoltura sottraendole terreno, i giovani sarebbero costretti a rinunciare ai loro progetti sul territorio destinando la zona ad un lento e inevitabile abbandono".
Il territorio in questione, "presenta due strade a fondo chiuso ed un’unica via di uscita, è già penalizzata in quanto delimitata da un lato dalla linea ferroviaria Ravenna-Ferrara (con passaggio a livello che limita la viabilità) e dall’altro dal fiume Lamone, causa dei recenti e noti disastri ambientali e che, ad oggi, presenta anche una profonda e lunga crepa nell’argine in prossimità della zona. Pertanto, si tratta di un ambiente fragile e fortemente a rischio per la sicurezza degli abitanti. Esistono soluzioni alternative meno impattanti che potrebbero migliorare la viabilità della SS16, basterebbe considerarle alla luce delle nuove esigenze ambientali, visto il mutato cambiamento climatico. La costruzione di una nuova strada è l’alternativa più scontata e costosa, che da un lato può risolvere alcuni problemi, dall’altro ne creerà di ben più gravi in termini di impatto ambientale, consumo del suolo, inquinamento ed è un incentivo all’uso di mezzi privati anziché pubblici". L’auspicio "è che i responsabili del Comune di Ravenna abbiano il coraggio di fare scelte ecologiche di sostanza, non di apparenza. Abbiamo avviato una raccolta firme per bloccare il progetto prescelto". Info e adesioni: sostienilambiente@gmail.com.
l.b.