"L’aeroporto di Forlì? Strategico per Faenza"

Il vice sindaco Fabbri: "Qui può svilupparsi un indotto, occorrerà imbastire progetti concreti". Agenzie di marketing ci stanno lavorando

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L’aeroporto di Forlì? "Un’infrastruttura strategica per Faenza". Così il vice sindaco manfredo Andrea Fabbri sullo scalo forlivese, tornato recentemente operativo e che nel corso degli ultimi mesi è riuscito a stringere accordi importanti con alcuni vettori: Albawings, Aeroitalia e soprattutto Ryanair, primo vettore per numero di passeggeri nel vecchio continente, che dall’1 settembre decollerà e atterrerà al Ridolfi collegando Forli con Palermo e Katowice (Polonia). "È come se fosse l’aeroporto di Faenza ed è un’opportunità enorme per la città – spiega Fabbri –. Gli imprenditori Silvestrini e Sansavini continuano a investire in maniera importante sullo scalo e credo vadano costruiti progetti concreti per l’Unione della Romagna Faentina e per il territorio". All’interno dell’aeroporto non a caso spicca il marchio in style liberty lanciato nel 2019 per promuovere e legare turismo e ceramica alla città. "Abbiamo scelto di puntare sulla visibilità di Faenza in aeroporto – sottolinea il vice sindaco –, perchè se riesce a prendere piede può essere una vetrina importantissima per la città".

Sebbene attualmente non esistano ancora progetti concreti, l’amministrazione manfreda sembra quindi guardare con attenzione all’aeroporto di Forli, per vicinanza diretta ma anche per le opportunità turistiche che si potrebbero legare all’autodromo di Imola, al progetto della nuova pista dei Monti Coralli, ai percorsi slow-collinari già promossi e, ovviamente, agli eventi ceramici. "Se nel 2023 andremo verso la normalità certamente occorrerà sedersi e imbastire progetti concreti. Dal punto di vista ricettivo abbiamo terreno da recuperare ma Faenza si colloca tra aeroporto e autodromo, quindi può svilupparsi un indotto. Oggi l’aeroporto di Forli è ripartito con nuove rotte e ha bisogno di essere un punto di riferimento per questa zona della Romagna. Per tutti i nostri prodotti turistici, dal motorsport alla ceramica, deve diventare punto di riferimento, sia per la comunicazione turistica nei paesi di collegamento, sia perchè lo scalo stesso potrà diventare un ulteriore modo per arrivare a Faenza. Si pensi ad esempio ad Argillà (che in effetti attira visitatori da diverse zone del Paese nonchè d’Europa, ndr)".

Anche per questo non è esclusa la possibilità di creare collegamenti diretti con Faenza. Alcune agenzie di marketing turistico sarebbero infatti già al lavoro. Chiaramente bisognerà tenere conto del periodo attuale con pandemia, conflitto russo-ucraino, crisi energetica ed economia che possono costituire criticità se non addirittura ostacoli. Uno scalo attivo a una manciata di chilometri da Faenza tuttavia potrebbe innegabilmente favorire nuove opportunità.

Damiano Ventura