Ravenna, lavoro nero ed evasione: multate 4 società per 50mila euro

La Guardia di Finanza ha deferito i legali rappresentanti delle imprese che avevano messo in piedi un sistema fraudolento. Trovati 23 lavoratori irregolari

Guardia di Finanza al lavoro

Guardia di Finanza al lavoro

Ravenna, 28 ottobre 2022 - Avevano messo in piedi un sistema fraudolento per far lavorare i dipendenti in nero, in alcuni casi pagando gli stipendi in contanti, e senza rispettare i riposi settimanali. È quanto ha accertato la Guardia di Finanza attraverso un'indagine partita da un controllo ad un’impresa operante nel settore turistico alberghiero, che ha coinvolto quattro imprese tra Ravenna, Trento, Milano e Potenza, tutte multate per un totale di circa 50mila euro, oltre al recupero dell’evasione contributiva, stimata in 60mila euro.

Secondo i finanzieri, una società della provincia di Rimini, dichiarata inattiva e priva di dipendenti, in realtà, in forza di un contratto di affitto d’azienda, aveva formalmente acquisito la gestione di un albergo sulla costiera ravennate, anche se la struttura veniva di fatto gestita da un'altra società con sede nella provincia di Trento, che a sua volta impiegava personale somministrato o distaccato illecitamente da ulteriori società con sede legale a Milano e Potenza. 

Proprio questa catena di rapporti contrattuali sospetta ha portato i finanzieri e gli ispettori del lavoro a verificare attentamente i legami commerciali tra le quattro imprese coinvolte. In particolare la lente degli investigatori si è posata sulla  posizione di ventitré lavoratori che, in periodi diversi, si sono alternati all’interno dell’albergo. Tutti sono risultati irregolari e alcuni venivano anche pagati in contanti, in violazione della normativa sulla tracciabilità dei pagamenti stipendiali. Dalle indagini è infatti emerso che alcuni dipendenti erano privi di regolare contratto di lavoro, mentre altri erano stati assunti direttamente dalla società, ma risultavano in carico formalmente ad altra società somministratrici, al solo fine di retribuirli con stipendi inferiori ai minimi contrattuali dovuti in base alle mansioni effettivamente svolte.

Infine sono risultati essere numerosi i riposi settimanali non goduti. Lo schema artificioso, individuato dagli ispettori e dai finanzieri e messo in atto in concorso tra loro dai legali rappresentanti delle quattro società, prevedeva che a fine stagione la prima società riprendesse la gestione diretta dell’hotel, continuando comunque a servirsi di dipendenti in carico a una società terza, utilizzati grazie a distacchi risultati irregolari. 

Al termine degli accertamenti i legali rappresentanti di tutte le società coinvolte sono stati deferiti alla competente autorità giudiziaria con l’accusa di somministrazione fraudolenta di lavoro, mentre sul piano amministrativo le società sono state multate per un totale di circa 50mila euro, oltre al recupero dell’evasione contributiva, stimata in 60mila euro.