MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

Le tremila voci col maestro Muti: "Subito meraviglia e incredulità. I Cori uniti in un’unica armonia"

L’esperienza dei ravennati che hanno partecipato all’evento al Pala De André. Dall’emozione dei giovanissimi alla sorpresa di chi porta avanti la musica popolare.

L’esperienza dei ravennati che hanno partecipato all’evento al Pala De André. Dall’emozione dei giovanissimi alla sorpresa di chi porta avanti la musica popolare.

L’esperienza dei ravennati che hanno partecipato all’evento al Pala De André. Dall’emozione dei giovanissimi alla sorpresa di chi porta avanti la musica popolare.

"Ancor più in un momento drammatico come quello attuale, il potere immenso della musica, come costruttrice di ponti fra persone e culture differenti, è qualcosa di cui la nostra società ha profondamente bisogno". Le parole di Guido Lorenzetti, direttore del coro giovanile Les Choristes, nato a Ravenna poco più di un anno fa, ben restituiscono il senso di ‘Cantare amantis est’, evento fra i più attesi dell’intero cartellone di Ravenna Festival 2025, tenutosi l’1 e il 2 giugno al Pala De André. Il maestro Riccardo Muti ha chiamato a raccolta, proprio a Ravenna, tutte le voci del Paese - cori e coristi professionisti e amatoriali, principianti ed esperti, di qualsiasi età e tessitura - e le ha riunite in un unico grande coro, dando vita a un’esperienza di comunità musicale dall’indubbio valore simbolico. All’invito di Muti hanno risposto con entusiasmo diversi cori del territorio, fra cui, oltre a Les Choristes, il gruppo dei Canterini romagnoli Pratella-Martuzzi di Ravenna e l’associazione corale ‘Ludus Vocalis’ (sia il coro polifonico degli adulti che quello di voci bianche). Da Ravenna c’erano il Coro di Santa Maria Maggiore, il Coro femminile La Gioia, il Coro Lirico Renzo Calamosca, il Coro Santa Maria Nascente, quello parrocchiale San Lorenzo in Cesarea e l’associazione Amici di viale Baracca.

L’appuntamento ravennate si inserisce nel solco del progetto ’Le vie dell’amicizia’, che ha visto, in questi anni, Riccardo Muti testimoniare il valore della musica quale ponte ideale di speranza e di pace, facendo tappa da Sarajevo a New York, da Gerusalemme a Kiev. "Quando abbiamo ricevuto l’invito del Maestro non riuscivamo a crederci – esordisce Bruna Galeandro, presidentessa dei Canterini romagnoli –. Superato il mix iniziale di meraviglia e incredulità, abbiamo aderito immediatamente. Siamo nati nel 1961 e, da allora, portiamo avanti la preziosa tradizione della musica popolare romagnola ovunque desiderino ascoltarci, in Italia e all’estero". Ciò che ha sorpreso i direttori dei cori, specie quelli giovanili, è stato il modo in cui Riccardo Muti ha saputo coinvolgere bambini e ragazzi, a partire da quelli di terza elementare fino ai ragazzi delle scuole superiori. Sia Guido Lorenzetti che Elisabetta Agostini - entrambi insegnanti e direttori, rispettivamente, del coro Les Choristes e del coro voci bianche Ludus Vocalis - hanno sottolineato quanto l’approccio del maestro fosse ‘leggero’ e mai compassato, come forse ci si aspetterebbe da un personaggio del calibro di Muti. "Durante la masterclass – racconta Elisabetta Agostini – i ragazzi si sono cimentati in pagine impegnative per la loro età e lontane, almeno per i più piccini, dal repertorio abituale: eppure, grazie al carisma e alla capacità comunicativa del maestro - oltre a una giusta organizzazione dei tempi di prova e delle pause – l’esperienza si è rivelata divertente. Per questa ragione, in tanti sono tornati spontaneamente anche la mattina successiva, il 2 giugno. Potevano andare in spiaggia, invece hanno scelto di tornare".

Il progetto - il cui titolo, ‘Cantare amantis est’, è una citazione di Sant’Agostino e significa "cantare è proprio di chi ama" – è pensato per vivere il canto corale come un’esperienza di comunità, che si trasforma a sua volta in spettacolo, perché le sessioni di studio e di prova sono aperte al pubblico. Al Pala De André, le oltre 3000 voci che hanno risposto all’appello di Muti hanno potuto approfondire e provare alcune delle più rilevanti pagine corali di Giuseppe Verdi: da ’Patria oppressa!’ (Macbeth) a ’Jerusalem!... Jerusalem!’ (I Lombardi alla prima crociata), fino alla celeberrima ’Va’ pensiero’, da Nabucco. "Migliaia di persone, provenienti da realtà diverse, con accenti e background differenti, hanno trovato subito un’armonia – conclude Guido Lorenzetti –. In questa bellezza condivisa si compie il vero miracolo della musica".

Maddalena De Franchis